“L’Italia perde un grande, a Giffoni fu generoso”. Il ricordo del Direttore Claudio Gubitosi
La morte di Ennio Morricone ha lasciato un vuoto non solo negli appassionati di cinema, ma anche negli amanti della musica e della cultura in generale. Una lunghissima carriera quella del compositore con alcune collaborazioni che hanno fatto la storia come quella con Sergio Leone e Giuseppe Tornatore. Nel 2007 l’Oscar alla carriera e nel 2016 la statuetta per ‘The Hateful Eight’ di Tarantino. Giffoni ha voluto rendere omaggio al maestro Moricone con un ricordo, quello del suo incontro con i giffoners nel 1999. “È un dolore per tutti noi la scomparsa di Ennio Morricone – ha detto Claudio Gubitosi, direttore di Giffoni Opportunity – un genio gentile, affabile, composto, che ha illuminato il mondo con la sua sensibilità artistica unica. I premi e i riconoscimenti che ha ricevuto sono solo una parte dell’affetto che gli è stato tributato in tanti anni. Cosa posso dire? L’ho conosciuto qui a Giffoni nel 1999. Ci tenevo moltissimo e finalmente ci riuscii. Stile, rigore, eleganza, fascino, grande comunicatore, espansivo, sognatore, solo a volte cupo e pensieroso. Credo sia stato un genio nell’interpretare i sentimenti, le passioni, le turbolenze, le poesie e le angosce della nostra società. Con lui e la sua musica i film hanno volato, respirato, sono entrati ancora di più dentro di noi. Quante colonne sonore hanno segnato le nostre stagioni? Quanti registi hanno visto completata e impreziosita la propria opera dalla mano sapiente del Maestro Morricone, capace di suscitare i sentimenti giusti, con le pause mirate e la dolcezza e la potenza dei fiati e dell’intera orchestra”.
Il grande musicista e compositore, autore delle colonne sonore più belle del cinema italiano e mondiale da ‘Per un pugno di dollari’ a ‘Mission’, ‘C’era una volta in America’, ‘Nuovo cinema Paradiso’, aveva 91 anni.
“L’Italia perde un grande – ha aggiunto Gubitosi – a Giffoni fu generoso. L’ incontro stampa, coordinato da Tonino Pinto e Giuseppe Blasi, svolto in una sede per lui non appropriata, quale l’Ufficio di Informagiovani, l’unico attrezzato di aria condizionata, doveva durare un’ora ma si concluse in 3 lunghe, articolate, meditate, riflessive ore. Estasi per una sala gremita e in profondo silenzio. Quante volte ho pensato ad un suo concerto. Glielo chiesi e mi rispose che aveva una agenda abbastanza complicata, ma che non aveva difficoltà a poterlo promuovere. Non ce l’ho fatta e mi dispiace tantissimo”.