Il giovane regista salernitano Elio Di Pace è uno dei protagonisti della Mostra del Cinema di Venezia. Un elogio al suo talento nella sua elaborazione del “cinema di comportamento”
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Elio Di Pace è un giovane regista di origini salernitane, precisamente di Castel San Giorgio, che è uno dei protagonisti della Mostra del Cinema di Venezia,.
Il suo è un cinema di comportamento, che strizza l’occhio alle grandi produzioni e che racconta una storia non tanto attraverso la trama, ma i particolari.
Allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, si è cimentato in due cortometraggi che si intitolano Le visite, con la supervisione di Gianni Amelio e La chimera -appunti per un film sulle vele di Scampia. Essi raccontano la difficile realtà di un Sud contraddittorio a causa del suo vissuto sociale.
Amelio è stato un regista cruciale per la sua crescita artistica, esigendo molto da lui per quanto riguarda la stesura dei soggetti. Ha aiutato a sviluppare un corto che parlasse di una quotidianità così cara alla gente del Sud. La storia del primo progetto è ambientata nel quartiere Stella, a Napoli. Parla di due donne, una delle quali è madre di un ragazzo andato in carcere come capro espiatorio. La storia si svolge nell’arco di quattro lunedì, facendo capire che si tratta di prigione pur non mostrando mai le sbarre.
Ciò che non viene detto diventa voce narrante della storia e, per rafforzare questo concetto, è stato scelto un effetto di video amatoriale con qualità immagini ed audio volutamente scadenti.
Il secondo lavoro invece parla dell’abbattimento delle vele a Scampia e l’assegnazione delle nuove case agli abitanti del quartiere. Perciò Elio Di PAce sarà con la sua troupe nei cantieri a catturare le testimonianze delle famiglie. Le vele simboleggiano il passaggio della malavita, e l’abbattimento è anch’esso un emblema di rinnovamento, di pulizia da questo ambiente. [ads2]