I diritti L.G.B.T. di eguaglianza sessuale devono essere paritari negli ordinamenti giuridici
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Per i diritti L.G.B.T. (lesbo, gay, bisex e trans) di eguaglianza sessuale, l’ultimo Sinodo vescovile ha enunciato: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione.”
Parrebbe quasi una contraddizione in termini e nella discussione, inoltre, si è detto che “la Chiesa ha attenzione speciale verso i bambini che vivono con coppie dello stesso sesso, ribadendo che al primo posto vanno messi sempre le esigenze e i diritti dei piccoli”.
Sotto l’aspetto socio-culturale, non può non tenersi conto oltre che del diritto naturale di quello vivente, cioè del mutarsi delle condizioni che cambiano anche le esigenze di risposta legislativa. Una persecuzione è una fattispecie criminale condannata in primis dal Diritto internazionale penale che fra le sue fonti annovera la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e, fra le altre, la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, documenti entrambi firmati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con un’anzianità di oltre un cinquantennio per il primo e di quasi un secolo per il secondo.
Anche la nostra Costituzione, fra i 12 Principi Fondamentali, all’articolo 3 afferma il diritto di eguaglianza sessuale. I sessi però non sono due ma sei. È un dato psicofisico che nasce dalla percezione del proprio corpo nell’ambiente circostante, riassumendo Recalcati. È una questione spirituale per cui ogni essere umano ha una sua entità e quindi dovrebbe avere il riconoscimento di una protezione come singolo.
Ad ogni situazione si applica una disciplina differenziata, cioè ad ogni persona il trattamento di diritto dev’essere unisoggettivo. In sintesi, ognuno è diverso dall’altro ma, allo stesso tempo, è uguale all’altro.
Omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali sono generi sessuali diversi l’uno dall’altro ma devono avere gli stessi diritti di un eterosessuale, uomo o donna, perché appunto uguali come esseri umani. Per quanto riguarda la prole, in altri Stati le unioni gay possono avere un figlio usufruendo dell’inseminazione eterologa: la fecondazione eterologa si verifica quando il seme oppure l’ovulo (ovodonazione) provengono da un soggetto esterno alla coppia. Ogni amore è eterosessuale perché è amore della differenza, del diverso, che è altro da sé, e ciò vale anche nel caso in cui la relazione riguardi una coppia di lesbiche, di omosessuali o di persone di sesso diverso (Lacan). In sintesi, si ama semplicemente perché si ama un’altra persona.
A livello internazionale, uno Stato non può prevedere trattamenti disumani e degradanti e gli Stati colpevoli di tali condotte sono condannabili dall’O.N.U. Basti pensare al trattamento esecrando nei confronti delle donne in molti paesi medio-orientali, oppure contro gli africani. Da anni, peraltro, si parla di matrimoni civili contratti fra gay, dagli U.S.A. alla Francia, dai Paesi Bassi all’Inghilterra ecc., e quindi, in un’ottica di armonizzazione degli ordinamenti giuridici, si dovrebbe addivenire ad una disciplina paritaria, almeno sui grandi temi afferenti i diritti umani e le libertà.
È stato detto che le discriminazioni ebree sono la stessa cosa di quelle omosessuali. Io direi che ogni discriminazione è come quella contro gli ebrei. Certo, la prima frase fa capire quanto sia terribile la sofferenza per i nostri amici non etero, mentre la seconda credo faccia capire per sommi capi quanto sia stupido e insensibile il genere umano. Resta il fatto che “L’unico dovere che abbiamo nei confronti della storia è di riscriverla” (Oscar Wilde).