Domenica 20 dicembre si è tenuta, presso il Museo Diocesano di Salerno, la conferenza “Degas Grand Tour” dedicata all’artista Edgar Degas
[ads1] Salerno. Al Museo Diocesano San Matteo, si è svolta ieri la conferenza “Degas Grand Tour” dedicata al pittore impressionista Edgar Degas, con la presentazione del libro I Bellelli e Degas – Iconografia e Storia di una Famiglia Italiana, edito da Palombi Editori e scritto dalla professoressa Rosa Spinillo, storico e critico d’arte.
A partire dal XVII secolo gli artisti (per citarne alcuni: Mozart, Goethe, Renoir, lo stesso Degas) erano soliti affrontare un Grand Tour, ovvero girare l’Europa, e in particolare l’Italia, per poter perfezionare le proprie tecniche e la propria arte. Nella conferenza di ieri si è affrontato, attraverso un percorso artistico, parlato e corredato di immagini (di cui alcune inedite), il Grand Tour personale del pittore Edgar Degas.
Attraverso il certosino lavoro della Dott.ssa Spinillo sui trascorsi di Degas in Campania è stato possibile apprendere nuove notizie sulla produzione dell’artista e sul suo leggendario dipinto La Famille Bellelli, conservato presso il Musée d’Orsay. Il libro aiuta a comprendere i legami tra la famiglia Degas e la famiglia Bellelli. Degas, infatti, aveva parentele a Napoli e a Capaccio. La monografia oltre ad affrontare la permanenza dell’artista in Italia, presenta una ampia appendice iconografica ed è corredata di documenti archivistici inediti.
Nel libro si affronta anche il dramma familiare legato al quadro La Famille Bellelli (un dipinto a olio su tela, della dimensione di 2 m x 2,5 m), e alla lunga gestazione dell’opera, durata undici lunghi anni con centinaia di bozzetti realizzati. In particolare, il libro espone nuovi fatti in merito alla figura di Gennaro Bellelli che ne rivelano un nuovo lato, sin ora sconosciuto. Gennaro Bellelli, infatti, parente di Edgar Degas, viene ritratto nel quadro durante la sua permanenza forzata a Firenze perché antiborbonico e liberale. In tale dipinto dunque non vi sono stati impressi solo i soggetti e la testimonianza di un esilio, bensì l’odio di una moglie nei confronti del marito e la fine di un amore. Per usare le parole di Spinillo: il quadro rappresenta il primo ritratto borghese in assoluto, rappresentante il dramma di una famiglia.
Durante la conferenza, moderata dal giornalista Michelangelo Iossa, è intervenuto in videoconferenza lo storico di arte, presso l’Università di Austin in Texas, Louis A. Waldman. Quest’ultimo ha curato la prefazione del libro, divenuto uno dei testi di studio del proprio corso. Ha inoltre aggiunto che le novità introdotte dalla Prof.ssa Spinillo sono molto importanti per rivalutare la figura del Bellelli, soprattutto in chiave politica di quel periodo storico. Quanto a Edgar Degas, l’artista, più realista che impressionista, ha saputo assimilare e rielaborare l’arte del passato (Giotto, Tiziano, Goja, Giorgione, Rembrandt) per riuscire a farla propria.
Per Vincenzo Pepe, Presidente della Fondazione Giambattista Vico di Napoli, Degas è stato colpito dalla bellezza di una cultura Campana forte e dai colori dei nostri luoghi. È intervenuto, infine, Dario Marco Lepore, critico dell’arte e Presidente della Associazione RAM – Rinascita Artistica del Mezzogiorno con sede a Napoli. [ads2]