
Ieri sera all’Eco Bistrot di Salerno sono state presentate due opere di Antonio De Petro, scomparso nel 2011. È stato definito come “l’autore ossessionato dalla distanza tra il dire ed il fare”
[ads1] Ieri sera presso l’Eco Bistrot di Salerno sono stati presentati , dalla casa editrice Officina delle 11 , due libri di Antonio De Petro, titolati “Patrick” e “L’imbroglio”.
A moderare l’incontro Loredana Caruccio e l’ing. Giuseppe De Marco, presidente dell’associazione di Agropoli.

Deceduto nel 2011 Antonio De Petro, che è uno pseudonimo scelto dall’autore per la necessità di separare la sua vita letteraria da quella quotidiana, è stato un caso letterario degli anni ’80, inizialmente osannato da critici ed intellettuali e poi abbandonato. Uomo intelligente ed onesto, ha vinto anche due premi letterari importanti, come il Campiello e il Premio Castiglioncello, nel 1981.
Definito come uno scrittore che “o si odia o si ama”, De Petro si caratterizza per dei testi dalle trame semplici ed i personaggi di ispirazione normale e che invitano alla riflessione. Le sue storie comuni ed abitudinarie hanno comunque un tratto di violenza che travolgono i protagonisti, i quali devono soltanto accettare o meno il corso degli eventi.
“La sua scrittura non è lineare, perché lo scopo non è la narrazione della storia, ma ciò che vuole indicare” spiega De Marco, che indica i suoi temi come esistenzialisti, teologici e sentimentali, pur parlando dell’uomo e delle emozioni, che vogliono dare una chiave di lettura differente al lettore.
“Patrick” narra la storia della vita di San Patrizio. patrono dell’Irlanda, che ha avuto un vissuto travagliato, e “L’imbroglio” invece si rifà alla vita di Gesù, in una storia d’amore parallela tra Simone e Maria di Magdala, la quale va in sposa ad un altro uomo. Simone si ammala di lebbra e viene guarito da un uomo che però, in cambio, si prenderà il cuore della sua amata.
Queste storie sono state definite come fari nella notte, e un tratto positivo è che non sono strutturate e stereotipate, ma sono aperte al mistero: perché la vita, secondo una citazione pronunciata durante l’evento, “è sempre aperta al mistero”. [ads2]