Prosegue il nostro viaggio attraverso le aziende e i prodotti che portano in giro per il mondo il nostro territorio. Oggi andiamo a Paestum, in visita al Caseificio Vannulo. È proprio il nome dell’azienda a dare testimonianza dell’attaccamento alla terra da parte della famiglia Palmieri
[ads1]
Questo fazzoletto di terra, che dal 1907 il nonno di Antonio Palmieri ha iniziato a coltivare, insiste nella contrada Vannulo. Il nome si riferisce al “valore nullo” che aveva questo terreno, da un punto di vista agronomico, perché ricco di tufo. E per rispetto della terra si è lasciato questo nome. Tufo oggi diventato miniera. Terreno paludoso quello pestano dove trova il suo habitat naturale il bufalo. Ma ad Antonio Palmieri, che si definisce “un agricoltore appassionato”, non bastava solo l’ambiente giusto per le sue bufale, è andato oltre.
La sua avventura vera e propria inizia nel 1988. Prima di allora i Palmieri erano una famiglia di allevatori, vendevano latte di bufala ai caseifici della zona. Quell’anno Antonio decide di mettersi in proprio ed aprire un suo caseificio, un unico punto vendita nella contrada Vannulo. Perché come dice Antonio “Preferiamo che il prodotto passi al consumatore direttamente dalle nostre mani”.
Solo qui si potrà acquistare la mozzarella, fatta a mano, come un tempo e per di più biologica. Si perché i Palmieri decidono di diventare la prima azienda casearia biologica. Ma ancora vanno oltre: decidono di produrre in proprio tutto ciò che mangiano le bufale. Biologica e a chilometro zero: “Tutta la filiera è di nostra produzione, dal foraggio al latte, non compriamo niente dagli altri. La nostra è una mozzarella per le famiglie, è un prodotto di qualità”.
Dal 1996 poi al Caseificio Vannulo apre i battenti la yogurteria, seguita a breve dall’allestimento di un punto ristoro dove consumare altri prodotti con latte di bufala come il budino, il gelato o le brioche. Oggi nascono punti vendita del genere come funghi, ma il precursore è stato Antonio. Tanto che risulta l’imprenditore più imitato in Campania. E trova il tempo di allestire in azienda prima un ricco e variegato museo della civiltà contadina, poi un laboratorio di lavorazione della pelle di bufalo, con concia vegetale ovviamente, quindi una cioccolateria ed infine una degusteria. Sempre in evoluzione.
Nel frattempo le bufale vengono curate con il massimo del benessere. Le stalle si compongono di attenzioni e sistemi all’avanguardia. Come i materassini su cui riposare, le spazzole dove potersi strofinare, le docce dove potersi lavare, la musica classica che in filodiffusione risuona al tramonto. E poi il sistema di automungitura, il primo al mondo per le bufale. Il percorso è semplice: quando la bufala sente il bisogno di essere munta, si avvicina alla zona di mungitura e con un sistema di microchip viene riconosciuta e munta secondo le sue caratteristiche fisiche. I robot di mungitura permettono all’animale quindi l’autogestione con un ritmo di vita più naturale e meno stressante.
Tutto ciò permette la riuscita di prodotti di eccellenza che finiscono già al mattino. L’azienda produce circa 15 quintali di latte al giorno, per cui i prodotti sono limitati. Al caseificio Vannulo si punta sulla qualità e non sulla quantità già da tempo ormai. La cura del prodotto, sperimentare le novità, confrontarsi con altre realtà è stata la strategia vincente di questa azienda che attira migliaia di consumatori e visitatori ogni anno anche con tour guidati.
[ads2]