Il titolare dell’azienda bufalina di Santa Cecilia ad Eboli, smaltiva sul suolo attraverso un canale consortile acque reflue provenienti dalla sala di mungitura
Nei giorni scorsi, in Eboli, militari della Stazione CC di Santa Cecilia coordinati dal Comando Compagnia di Eboli, al termine delle previste attività deferivano in stato di libertà N.S. di anni 48, originario di Eboli, titolare di un’azienda bufalina della frazione Santa Cecilia.
In particolare veniva accertato che il medesimo, in modo del tutto illecito, smaltiva effluenti zootecnici sul suolo attraverso un canale consortile, nonché acquee reflue provenienti dalla sala mungitura.
L’attività suddetta rientra in un contesto di servizi finalizzati alla prevenzione e repressione di reati in materia ambientali che causano inquinamento di falde acquifere, di corsi d’acqua, del fiume Sele e del Mar Tirreno, i cui effetti devastanti sono ancora più deleteri nel particolare periodo estivo che, in chiave turistica, vede un chiaro danno d’immagine assommarsi alle conseguenze già gravi per la flora e la fauna fluviale e marina.
Circostanza ancor più grave emersa nel corso degli accertamenti è rappresentata dal fatto che le acque inquinate prima di sversare in mare aperto, vengono spesso raccolte ed utilizzate per l’irrigazione dei campi, con potenziali conseguente anche per il settore ortofrutticolo.
L’odierna attività rappresenta il prosieguo di analoghi accertamenti iniziati dal mese di aprile con la collaborazione del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pontecagnano, il cui ausilio tecnico ha già recentemente contribuito ad individuare e deferire alla competente A.G. altri cinque titolari di aziende bufaline per reati ambientali previsti dal D.Lgs 152/2006, con il sequestro di aree inquinanti dell’estensione pari a circa 20.000 mq, comprensive di vasche ed impianti per la raccolta di liquami.