In queste ore, al Liceo Classico “Perito-Levi” si sono accavallate numerose polemiche circa il pagamento dei contributi volontari e i relativi servizi
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Polemiche al Liceo Classico “Perito-Levi” di Eboli: il problema è sorto nel momento in cui il Dirigente Scolastico, Giovanni Giordano, ha disposto che ci fossero delle tessere per ogni docente, in seguito acquistabili anche dagli alunni, che permettevano l’utilizzo di un numero prestabilito di stampe.
Questa decisione è mal vista dagli studenti, in quanto al termine del numero prefissato di fotocopie, essi dovrebbero contribuire economicamente alle future stampe. Il pomo della discorda è nato dalla questione “contributo volontario”, in quanto non tutti gli studenti hanno provveduto a tale versamento. Questo fa sì che proprio coloro i quali non hanno partecipato al contributo, siano costretti al pagamento delle copie aggiuntive. I ragazzi hanno reagito a questa notizia con uno sciopero nella giornata di ieri e quella odierna.
Il confronto tra Dirigente e ragazzi non è risultato utile al risoluzione del problema, in quanto questi ultimi hanno hanno posto come termine ultimo l’abrogazione delle tessere. Zerottonove ha incontrato in un primo momento gli alunni constatando una notevole disorganizzazione e confusione sulle reali finalità dello sciopero. Di fatto alcuni hanno ritenuto opportuno seguire regolarmente le lezioni senza partecipare allo sciopero fuori dai cancelli scolastici.
Zerottonove in seguito si è recato al Liceo Artistico Perito-Levi (dove la situazione sembra essersi risolta) e ha raccolto le dichiarazioni del preside che, in maniera diplomatica, ha dichiarato di aver compiuto un passo in avanti in direzione degli alunni, concedendo un numero di 500 fotocopie per docente garantendo il normale svolgimento delle attività fondamentali (compiti ed esercitazioni). “Questa scelta – ha affermato il Preside Giordano – è dovuta a limitare gli sprechi che persistono tristemente nella scuola italiana.“
In queste ore gli studenti stanno organizzando un’ulteriore giornata di sciopero per manifestare il loro disappunto. Ci si aspetta un nuovo incontro tra le parti per risolvere la spinosa questione nella speranza che gli alunni siano mossi da un reale amore per la loro scuola piuttosto che per il “non-studio.”
Un articolo di Paolo Maggio e Francesco Celetta
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