Jillali, malato terminale del Marocco ricoverato all’ospedale di Eboli, è riuscito a tornare a casa grazie alla solidarietà di tante persone che hanno contribuito alle spese. I ringraziamenti
Risale a qualche giorno fa l’appello lanciato sui social da Fatiha Chakir, mediatrice culturale, per aiutare Jillali, malato terminale e originario del Marocco ricoverato all’ospedale di Eboli, con il desiderio di tornare a casa per salutare la mamma.
Fatiha ha chiesto, a nome dell’Associazione “Il Mondo a Colori”, una donazione per raccogliere i fondi necessari al biglietto e alle spese per i farmaci. Dal suo profilo Facebook Fatiha comunica con soddisfazione il raggiungimento dell’obbiettivo: Jillali è riuscito a tornare a casa.
“Vorrei innanzitutto ringraziare tutti coloro i quali hanno accolto con amore e solidarietà la dolorosa storia del caro Jillali Zahri. Coloro i quali con immensa generosità, hanno abbracciato tanta sofferenza per donare vicinanza, serenità e il calore di una famiglia.
E’ grazie alla generosità e alla partecipazione di tante brave persone, che Jillali finalmente, ha visto realizzarsi il suo più grande desiderio: tornare in Marocco per riabbracciare la madre disabile.”
“La vita di Jillali sino a questo momento – ha continuato la mediatrice – sembrava avergli voltato le spalle. Da 18 anni in Italia, cittadino modello, instancabile lavoratore, giorno dopo giorno si è guadagnato da vivere sudando faticosamente nei campi della Piana del Sele, e con tanti sacrifici ed estrema abnegazione era riuscito, dopo quasi 20 anni di lavoro, a strappare via dalle lamiere l’anziana madre vedova, per comprarle una piccola casa in Marocco.”
“Poi, la malattia, le cure oramai insufficienti rispetto allo stato gravoso in cui versa, l’assoluta solitudine del mese di speranza e rassegnazione all’Hospice di Eboli, tutto sembrava oramai perso. Eppure, in poco più di due giorni, grazie alla grande umanità di tanti, tantissimi angeli che lo hanno sostenuto, con un abbraccio, con un sorriso, grazie alla gara di solidarietà di chi con un piccolo, grande contributo ha donato un’ora del suo tempo, medicine, viveri, e i fondi necessari, siamo riusciti a fare un piccolo miracolo. Jillali ha ritrovato il sorriso. Si è sentito considerato, amato, vivo.”
“Finalmente – ha concluso Fatiha -sono lieta di comunicarvi che grazie al vostro sostegno e avvolto dalle vostre preghiere, il caro Jillali oggi è riuscito a partire per il Marocco. Accompagnato da mio padre Bendaoud Chakir, pochi minuti fa è atterrato a Casablanca. Lì, ha potuto riabbracciare l’anziana madre e i fratelli tutti.”