Un altro incontro con la musica, ieri 13 novembre, alla Feltrinelli a Napoli. Questa volta c’è Renzo Arbore che parla ai suoi “amici”
Napoletano d’adozione, Renzo Arbore raccoglie nel suo nuovo album diviso in due cd, il percorso, inteso come “impresa”, dell’Orchestra italiana che lo accompagna nella divulgazione della canzone classica napoletana.
Un incontro tra amici, in cui l’artista si racconta con serenità, circondato dall’affetto dei suoi stimatori. Il bisogno di raccontarsi è già chiaro nel titolo del suo album, “… e pensare che dovevo fare il dentista. Renzo Arbore and Friends“, perché suona come un’autoanalisi; la volontà di rivedere la sua vita (la sua carriera) con umorismo, ma anche con piena consapevolezza di aver realizzato i suoi sogni. I puntini sospensivi che introducono il titolo esprimono quanto tale dichiarazione scaturisca da una meditazione, da una serie di pensieri legati alla vita, a ciò che è l’artista in questo momento ripensando al passato, alle sue ambizioni.
Personaggio poliedrico, sia in musica che nel campo dello spettacolo, Renzo Arbore parla anche di televisione, avendo vissuto l’ambiente con programmi come “Speciale per Voi”, in cui il dibattito con il pubblico diventa la parte centrale della trasmissione, portando il mezzo televisivo tra libertà espressiva e operazione metalinguistica.
Un programma televisivo non è più o meno interessante, più o meno riuscito, se lo si considera solo in base all’audience. Renzo Arbore sottolinea, durante il suo incontro alla Feltrinelli, che la televisione dovrebbe essere considerata in base ai contenuti e a un’estetica nuova e originale, mentre è umiliante, quasi vergognoso, giudicare una trasmissione in base al numero di telespettatori che attacca allo schermo.
Quell’atmosfera intima e leggermente polemica, nel senso più costruttivo del termine, fa della Feltrinelli di nuovo un luogo di dibattito, in occasione della presentazione di un album musicale. Ogni spazio può diventare speciale quando c’è la volontà di dire qualcosa. La Feltrinelli “investe” nella cultura, per fare di un negozio un luogo di aggregazione culturale.
Servizio fotografico a cura di Pietro Avallone