Prosegue la campagna di scavi anche per il terzo anno grazie alle sponsorizzazioni
Indette due borse di studio per il Parco Archeologico di Paestum. Per il terzo anno consecutivo continuerà il progetto #ilgustodellascoperta. A sostenere la ricerca pestana è il pastificio Di Martino, proprietario del marchio Antonio Amato. Anche quest’anno, ha sovvenzionato le due borse di studio del valore di € 9.000 ognuna. Ci sarà così il prosieguo della ricerca sugli ambienti domestici a Poseidonia nei secoli VI e V a. C. e l’approfondimento in merito agli aspetti della vita quotidiana, finora ancora troppo poco conosciuti.
Il bando di concorso per l’attribuzione di due borse di studio è stato pubblicato sul sito del museo archeologico e su quello del ministero dei beni culturali. Come si legge nel paragrafo dei requisiti il bando è rivolto a giovani archeologi italiani o di altro stato dell’Unione Europea, già con esperienza di scavo. La selezione avverrà attraverso la valutazione dei titoli posseduti e mediante colloquio. Incisiva ai fini della scelta dei vincitori sarà anche la presentazione di una lettera motivazionale che evidenzierà i punti di forza di ogni candidato.
La scadenza è prevista per il 5 marzo
“Siamo lieti di contribuire, per il terzo anno consecutivo, alla ricerca e di poter dare la possibilità ad altri due giovani archeologi di approfondire i loro studi direttamente sul campo”. Ha affermato Giuseppe Di Martino, amministratore delegato del pastificio Di Martino. “Pasta Antonio Amato continua ad avere a cuore lo sviluppo del territorio e si pone l’obiettivo di mostrare al mondo intero i luoghi e i prodotti che un’eccellenza italiana, come la provincia di Salerno, ha da offrire”.
Ha dichiarato il direttore Zuchtriegel: “Sono fiero che anche per quest’anno insieme al Pastificio Antonio Amato possiamo dare un’opportunità a due giovani laureati. L’esperienza passata ci porta a pensare che Paestum sia una palestra formativa di un certo spessore. Considerato anche che i precedenti borsisti ora ricoprono importanti ruoli professionali tra MIBAC, università e altri enti di ricerca. La ricerca è il cuore di ogni museo, e combinare questa mission con un’opportunità per giovani archeologi mi sembra un bel segnale per il nostro territorio”.