Applausi a scena aperta per Alessandro Preziosi, che ieri sera ha interpretato il Don Giovanni di Molière nella prima al Teatro Verdi.
[ads1] Don Giovanni di Molière ha preso vita in un’interpretazione irriverente e sferzante, ma anche intensa, di Alessandro Preziosi, che ha ricevuto applausi a scena aperta.
Al Teatro Verdi ieri sera l’attore napoletano ha dato saggio di grande potenza interpretativa, rendendo efficaci le sfumature di un personaggio cinico, machiavellico nei suoi progetti di conquista, con la sua ostinata dissolutezza che non abbandonerà, che lo condurranno a morire divorato dalle fiamme dell’Inferno.
La storia, rivisitata alternando momenti seri a comici, narra di Don Giovanni Tenorio, conquistatore incallito, che ha fatto del peccato il suo stile di vita. Dopo aver sedotto una giovane destinata al Convento, non si risparmia dal continuare a mietere vittime con le sue false promesse.
Il suo servitore Sgamarello, che funge un po’ da voce della sua coscienza, cerca di mettere in guardia le povere malcapitate, ma senza successo.
Un giorno nel bosco Tenorio aiuta due fratelli durante un combattimento armato, salvando la vita ad uno di loro, ma verrà presto a scoprire che sono nientemeno che i fratelli della giovane suora che lui ha cercato di irretire, e questo suscita l’ira del maggiore. L’altro però, nonostante sia suo nemico, gli è grato, e non riesce ad ucciderlo.
L’incontro con un monumento funerario di un gentiluomo che Tenorio aveva ucciso, che è una statua parlante, rappresenta il primo incontro con la dimensione divina che lui rifiuta nella sua vita.
Il surreale dialogo fra i due si svolge anche in casa sua, durante una cena, che fa da sfondo a diverse persone della sua vita, come suo padre. Tutte hanno lo scopo di cercare di redimerlo ma lui, con un tagliente monologo sulla funzione dell’ipocrisia, spiega che fingerà soltanto di pentirsi, perché ciò gli varrà la tranquillità nei rapporti e nella vita quotidiana.
La figura del Don Giovanni è un parallelismo con la sessualità libertina e predatrice dei giorni nostri, un affabulatore frivolo che ha però la dote della sincerità, in una franca lode all’ipocrisia, definendola “un vizio alla moda. Chiude la bocca a tutti e gode di impunità”. Un po’ come avviene nella società odierna, in fondo, che nasconde voluttà e vizi con un tacito e condiviso assenso.
Se c’è un merito che si può riconoscere a questo personaggio è, almeno, quello di ammettere la sua natura umana, che i tanti artifici tentano di velare da un’apparenza buonista. [ads2]