Diego De Silva, scrittore, giornalista e sceneggiatore, ospite all’Università nell’ambito del progetto Consistency, incontri di letteratura italiana; grande entusiasmo da parte degli studenti
Terzo appuntamento con il progetto Consistency, incontri di Letteratura Italiana, ospite, giovedì 15 maggio, lo scrittore, giornalista e sceneggiatore Diego De Silva.
Con il suo intervento dal titolo “In levare viene meglio” lo scrittore espone agli studenti il suo punto di vista sui “modi di finire” delle opere letterarie; sono proprio “i finali”, infatti, l’oggetto di studio della rassegna Consistency, organizzata dal dipartimento di studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno, che si propone di analizzare gli explicit delle opere letterarie.
Il ciclo di incontri è ispirato alle Lezioni Americane di Italo Calvino, in particolare alla sesta e ultima lezione, quella che il grande intellettuale del Novecento non fece in tempo a completare e a cui avrebbe dato proprio il nome di Consistency, dedicando il suo studio alle “Zone di confine dell’opera letteraria” ovvero ai modi di cominciare e finire.
Diego De Silva apre il suo incontro esponendo il suo punto di vista sui finali: «Non credo molto “alle fini”, sono convinto che nel momento in cui noi diamo un tempo alla fine di una storia stiamo facendo un’operazione un po’ artificiale e in qualche modo violenta. Come si fa, per esempio, a capire quando finisce davvero una storia d’amore? Ecco perché amo i romanzi che finiscono In Levare».
Il Levare, diviene così il punto cardine della sua dissertazione, si tratta di una figura ritmica che dà una sensazione di sospensione, cioè che non completa circolarmente un tempo, ma lo interrompe, lasciando all’ascoltatore una percezione di “non finito”. Nel romanzo in cui non c’è una conclusione perfetta è il lettore stesso, mediante un personale sforzo immaginativo, a cercare una sua conclusione.
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«Chiudere una storia in levare – dice Diego De Silva – vuol dire non fornire una soluzione precisa, il levare consente al lettore di fare uno sforzo immaginativo che gli dà la possibilità, in qualche modo, di riscrivere il finale. La libertà immaginifica del lettore, che si approprio del romanzo, è fondamentale, amiamo un libro proprio perché ci consente una nostra interpretazione».
Proprio in levare si conclude Mancarsi, ultimo romanzo di Diego De Silva, una storia d’incontri mancati, nella quale i due protagonisti non riescono mai a incontrarsi, proprio quando le loro vite si incrociano e finalmente si vedono per la prima volta, ecco che il romanzo finisce.
È proprio in questo finale lasciato volontariamente aperto che si apre uno sprazzo di letteratura tutto dedicato al lettore che entra in gioco, facendosi mille domande: “Cosa farei se fossi in lui?” e “Se fossi in lei?”, “Nascerà qualcosa tra di loro?”.
I romanzi che dicono tutto, che descrivono ogni minimo dettaglio e che vogliono a tutti i costi lanciare un messaggio, non lasciano spazio al lettore. Il vero scrittore è chi costruisce il racconto fino a un certo punto e poi lascia al lettore il suo trampolino di lancio verso un’immaginazione libera e personale.
Dopo la lettura appassionata di alcuni passi de “Il Giovane Holden” di Salinger nella traduzione di Matteo Colombo, che costituisce un altro esempio di conclusione in levare, dove tutto è imperfetto, tutto è interrotto e niente si conclude, Diego De Silva lascia molto spazio al dialogo con gli studenti, alle loro domande ai loro dubbi e alle loro richieste.
Si toccano le tematiche più svariate, dal rapporto dello scrittore con il suo editor, all’approccio che un giovane, che si affaccia per la prima volta al mondo della scrittura, deve avere prima con se stesso e poi con il pubblico di lettori, si viene a creare un interessante momento di confronto che lascia molto soddisfatti non solo ragazzi, ma anche i curatori della rassegna, Domenico D’Arienzo, Piero Sorrentino e Chiara Rosato che dichiara: «Abbiamo deciso d’invitare Diego De Silva perché si potesse creare con gli studenti, finalmente, un modo nuovo di parlare di letteratura e soprattutto, in questo caso, di scrittura creativa. Gli incontri di Consistency, infatti, si fondano sulla ricerca di un legame tra autori e lettori: ci interessa parlare a quelle persone che hanno un vero contatto col testo letterario, perciò siamo stati davvero felici di avere un pubblico giovane, curioso e attento. Alla solidità delle conoscenze offerte dall’Università non dovrebbe mai mancare la vitalità, l’apertura al nuovo, la capacità di dialogare con i ragazzi».
Per conoscere i dettagli degli incontri che hanno preceduto quello con Diego De Silva nell’ambito del progetto Consistency e per vedere le interviste rilasciate dagli ospiti ai microfoni di ZerOttoNove invitiamo a leggere i nostri articoli:
Consistency incontri letterari, ospite Emanuele Trevi (clicca QUI)
Lorenzo Pavolini all’Università per Consistency (clicca QUI)
Prossimo appuntamento martedì 20 maggio, protagonista Gabriele Frasca.