Devil’s Knot – Fino a prova contraria (Devil’s Knot) è l’ultima prova cinematografica del regista egiziano Atom Egoyan, che sperimenta sul grande schermo una prova morale: l’America del pregiudizio e del capro espiatorio

Il film, che ha avuto anche dei documentari, racconta dell’omicidio in una piccola cittadina dell’Arkansas di tre ragazzini. Senza prove schiaccianti, la polizia inchioda due ragazzi, tacciati di essere satanisti dalla popolazione locale e di essere dei deviati.

Il pregiudizio sorge dagli abiti usati dai ragazzi notoriamente sociopatici e ascoltatori dei Metallica e dell’heavy metal. Bastano i loro comportamenti per essere accusati di aver seviziato, legato e ucciso tre vittime innocenti.  Il film racconta i fatti dei “Tre di West Memphis“, con  Colin Firth nei panni dell’investigatore privato Ron Lax, un aiuto speciale per gli avvocati dei ragazzi accusati di infanticidio, rimanendo fuori dai lavori dell’aula del tribunale, lì dove si celebra la verità giudiziaria e non fattuale. Il caso attirò l’attenzione dei media oltre che della mentalità locale, sbarazzandosi, con questa occasione, di un problema legato al piccolo borgo americano, vedendo nei ragazzi autolesionisti e pericolosi per la comunità gli artefici dell’assassinio dei bambini di 8 anni.

Seguono le dichiarazioni alla polizia di Vicki Hutcheson, con cui la donna ha uno sconto di pena per alcuni reati commessi mesi prima, mentre Jessie Misskelley, un ragazzo con quoziente intellettivo pari a 72, rilascia dei fatti contraddittori fra loro. Questi racconti bastano alla giuria popolare ad associare i riti satanici che avvenivano di notte nella cittadina per accusare tutti e tre i ragazzi. Con condanne alla pena di morte per il capellone, e di ergastolo per gli altri due,  nel 2007  gli avvocati difensori di Damien Echols fecero riaprire il caso per la presenza, per la prima volta, di vere e proprie prove.

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