Restano ancora bloccati circa 140 milioni di euro di debiti pregressi della Pubblica Amministrazione in Campania nei confronti delle imprese
[ads2] Il dato emerge dalla ricognizione effettuata in base al Decreto del MEF relativa all’attuazione dello “Sblocca Italia”. L’allentamento effettivamente concesso agli Enti locali che ne hanno fatto richiesta ammonta a 22,7 milioni di euro. Su 488 P.A. campane (Comuni, Province e Regione) ben 117 (il 24%) avevano avanzato istanza di concessione dell’allentamento.
I dati sono stati estrapolati dal Centro Studi ANCE Salerno sulla base del documento analitico a cura della Direzione Affari Economici e Centro Studi ANCE nazionale pubblicato lo scorso 15 ottobre.
La Campania è la seconda regione, dopo la Lombardia, per numero di Enti che hanno richiesto l’attivazione di tale procedura ed è la terza regione nella graduatoria basata sull’importo concesso agli Enti territoriali per l’allentamento ottenuto, collocandosi dopo Lazio (69 milioni di euro) e Basilicata (27 milioni di euro).
Ma, come evidenziato, la Campania con 139,7 milioni di euro è la seconda regione dopo il Lazio (424,1 milioni di euro) nella graduatoria per importo delle richieste di allentamento del Patto ancora non soddisfatte. Se si scende nel dettaglio dei Comuni che hanno ricevuto l’autorizzazione ad effettuare maggiori pagamenti – in considerazione dei maggiori debiti cumulati – Napoli e Salerno guidano la top ten nazionale. Il Comune di Salerno ha ricevuto l’autorizzazione a uno spazio finanziario per i pagamenti pari a 3,213 milioni di euro; il Comune di Napoli per 6,887 milioni di euro. Se da un lato, quindi, si aprono più ampi margini di agibilità finanziaria per i Comuni di Napoli e Salerno, risulta, però, evidente il complessivo quadro di appesantimento debitorio che si registra in tali realtà locali.
Il monitoraggio, effettuato da ANCE nazionale, rimarca che «A fronte di 200 milioni di euro disponibili, il decreto MEF assegna 175,9 milioni di euro. Il Lazio, la Basilicata e la Campania risultano i territori che beneficiano maggiormente della misura (assegnati rispettivamente 69, 28 e 23 milioni di euro). Quindi – analizza sempre l’ANCE – rimangono ancora senza copertura 922 milioni di euro risultanti dalle richieste di allentamento del Patto in base a debiti maturati più di 9 mesi fa. Di questi, 424 milioni sono relativi al Lazio, 140 alla Campania e 59 alla Lombardia».
Ma è bene ricordare che il dato di 922 milioni è ancora parziale nell’ambito dei mancati pagamenti causati dal Patto di Stabilità interno. Le richieste presentate dagli Enti per i debiti anteriori al 31.12.2013 “Non includono – spiega l’ANCE – ad esempio i debiti relativi a mancati trasferimenti da altre amministrazioni (nelle indagini ANCE, il 49% delle imprese denuncia questo problema) e gli spazi necessari per utilizzare appieno le anticipazioni di liquidità assegnate da Cassa Depositi e Prestiti agli Enti locali a fine settembre 2014 in base al D.L. 66/2014″. Ma non basta, perché bisogna ancora calcolare i debiti maturati da Enti e società partecipate da Enti territoriali, Ministeri e altre Amministrazioni prima del 31 dicembre 2013.
La stima complessiva dell’ANCE, in base ai dati contenuti nel Decreto del MEF, conferma che non trovano alcuna soluzione i debiti arretrati (parte capitale) a fine 2013: 3/4 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti i ritardi di pagamento di spese in conto capitale inerenti gli ultimi mesi.
Il totale messo a fuoco da ANCE ammonta a 10 miliardi di euro.
Il Patto di Stabilità interno nel pagamento dei debiti di parte capitale maturati dalla P.A. appesantisce la situazione finanziaria delle imprese della filiera delle costruzioni. Secondo le elaborazioni del Centro Studi nazionale ANCE, il 16% del totale degli Enti territoriali ha dichiarato di avere ancora debiti (risalenti a più di 9 mesi fa) bloccati dal Patto: si tratta del 15% dei Comuni, del 43% delle Province e del 25% delle Regioni. A fronte di richieste ammontanti complessivamente a circa 1,1 miliardi di euro il Governo ha reso disponibili 200 milioni di euro: la differenza fra le aspettative e la reale risposta si commenta da sola.
«Il Patto di Stabilità interno si conferma una della maggiori criticità nel panorama della complessa situazione finanziaria nella quale si dibattono le imprese della filiera delle costruzioni. Si tratta di uno strumento miope – dichiara il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi – che ha già prodotto danni ingenti, ingessando la piena operatività degli enti territoriali virtuosi. I dati che emergono dall’analisi del decreto Legge “Sblocca Italia” non fanno altro che evidenziare l’urgente necessità di un allentamento in misura adeguata di questo meccanismo insostenibile. Occorre agire – continua Lombardi – in maniera strutturale sulle regole di contabilizzazione delle spese in conto capitale. Ma è indispensabile garantire una certificazione sistematica e automatica dei debiti e misure per lo smobilizzo dei crediti».
«Più complessivamente – conclude Lombardi – il Governo deve farsi carico in tempi strettissimi della revisione delle procedure inerenti i pagamenti agendo prevalentemente sulla semplificazione dei processi. Sono davvero inammissibili i tempi di emissione degli stati di avanzamento, solo per fare un esempio. Ma è ormai una lotta contro il tempo: nessuno può continuare a sfuggire alle proprie responsabilità».