Home Cronaca Aggressione Davide Speranza, la solidarietà di Zerottonove.it e Tv di Ateneo Unisa

Aggressione Davide Speranza, la solidarietà di Zerottonove.it e Tv di Ateneo Unisa

0
Aggressione Davide Speranza, la solidarietà di Zerottonove.it e Tv di Ateneo Unisa

Davide Speranza, giornalista de “la Città” selvaggiamente picchiato a Pagani. La solidarietà e la vicinanza di tutta la nostra redazione al collega aggredito

[ads1]

Davide Speranza, un giornalista de “la Città”, è stato selvaggiamente aggredito a Pagani. A questa notizia non abbiamo potuto far altro che rimanere sbalorditi e attoniti da così tanta crudeltà, consapevoli da sempre delle fatiche e dei sacrifici che un mestiere come questo comporta. Un atto deprecabile e da respingere con forza. Un vero e proprio pestaggio avvenuto durante la festa della Madonna delle Galline in Piazza Corpo di Cristo e dove Davide successivamente è stato trasportato in Ospedale. Il motivo di tutto ciò? Un’intervista che il collega aveva svolto per un individuo del posto che  prima sembrava aver apprezzato, ma che poi improvvisamente si è trasformata in persecuzione e aggressione.

 

Attimi di vera e propria follia, in un crescendo di nervosismo  l’aggressore si è avvicinato a Davide accusandolo di non aveva scritto nulla di quanto detto nella loro conversazione, contestando, dopo settimane dalla pubblicazione, la presunta assenza nell’intervista di ciò che aveva effettivamente affermato. Peccato che su facebook avesse sostenuto esattamente il contrario. Davide ha respinto le accuse ed è partito il primo pugno alla testa. Il tempo di capire cosa stesse accadendo ed è stato sferrato il secondo colpo. Dopo, è rimasto poco spazio per la lucidità. Un amico ha cercato di frapporsi, sono intervenute anche altre persone per quel tanto che bastava a farlo allontanare.  Tutto ciò è intollerabile.

Ci è sembrato giusto e doveroso lasciare spazio alle parole significative di Davide che, attraverso il suo profilo Facebook, ha voluto rafforzare e intensificare il messaggio.

Essere se stessi si traduce in peso. Molte volte è così. Ma essere se stessi significa anche riuscire a darsi i giusti rimproveri e allo stesso tempo le preziose estimazioni. Si impara ad essere obiettivi con la propria persona. Essere se stessi nella mia terra insegna a guardare, ad entrare negli occhi della gente come in caverne profonde.

Insegna ad immedesimarsi nei volti, nei rigagnoli di fogna, nei monumenti, nelle urla, nelle labbra tirate e nelle rughe sulla fronte, nei canti rituali, nel caos stratificato e geometricamente imperfetto, per poi consentirti di sgusciare via e riprendere il te stesso… così da consapevolizzarti rispetto al mondo e dentro il mondo. Scrivere forse ha questo sapore, richiede questa urgenza e questa consapevolezza. Almeno si prova.

Non si può vivere distaccati dalle cose, non è concesso. Non è concesso essere al di sopra, e d’altronde non servirebbe a nulla. Essere se stessi (non chiusi in se stessi) e dentro le cose (non intorno alle cose), dunque, restano contemporaneamente lo strumento più difficile e più straordinario che abbiamo di vivere – in continuo cambiamento – il nostro tempo, il nostro spazio e le nostre azioni. L’augurio è di continuare ad essere presenti a sé e di saper vivere nella terra in cui siamo nati, pur difficile, contribuendo a costruire. Sempre. Sono profondamente grato a tutti coloro che hanno donato un pensiero, un messaggio, una riflessione sulla mia persona.”

 

Al collega de La Città la solidarietà del gruppo Zon e Tv di Ateneo Università degli Studi di Salerno dove l’amico Davide è di casa.

[ads2]