I nostri vulcanologi hanno già ampiamente esaminato la situazione del Vesuvio che da circa 80 anni è al riposo. Tra le voci del popolo che credono che si sia addormentato, ma in realtà il Vesuvio è un vulcano ancora attivo, che giace in tranquillità aspettando il giorno per svegliarsi.
Tra tutti gli studi più importanti, spicca quello sul “tappo” che tiene chiuso il vulcano in stato di quiescenza. In caso di esplosione la città di Napoli e i suoi dintorni non avranno solamente fiumi di lava a ricoprirli, bensì anche rocce e detriti. Il Vesuvio, oltretutto, è un vulcano a magma acido quindi, per sua natura, la sua eruzione sarà esplosiva (non effusiva come l’Etna). Oltretutto, la sua quiescenza, fa preannunciare un’esplosione ben più grande del previsto.
Nella preparazione della XII Conferenza mondiale sui geoparchi tenutasi ad Ascea, il geologo giapponese Nakada Sestuya ha dichiarato lo stato di attività del vulcano è continuo, segnalato da rigonfiamenti e sbuffi continui delle sue “fumarole”. Inoltre, il professore ha dichiarato che in caso di eruzione Il piano di fuga realizzato dalla protezione civile non basterà a salvare la popolazione, anche perchè il cratere avventizio situato vicino alla zona dei campi flegrei, potrebbe scoppiare al pari del cratere principale.
Il geologo, ha infine portato un esempio della situazione Giapponese, dove la maggior parte della popolazione vive su geo parchi attivi ma, a differenza del capoluogo del sud Italia, c’è la consapevolezza e la conoscenza del fenomeno che può garantire una “via di fuga” in caso di eruzione.