Parte da Salerno la proposta legislativa di modifica dell’imposta di soggiorno introdotta dall’art. 4 D.Lgs. n. 23/2011.
La Confesercenti e l’Asshotel provinciali di Salerno, presiedute rispettivamente da Enrico Bottiglieri e da Gennaro Pisacane (Presidente, quest’ultimo, anche dell’Associazione Albergatori di Amalfi nonché consigliere delegato alle politiche turistiche del Comune di Amalfi), si sono fatte carico di elaborare un nuovo testo di legge, finalizzato a rendere l’imposta più rispondente alle reali esigenze del turismo.
“L’imposta di soggiorno – spiega Gennaro Pisacane – come istituita dal D.Lgs. n. 23/2011, sta fallendo ogni suo obiettivo. Introdotta per favorire lo sviluppo turistico delle località, è oggi utilizzata quasi esclusivamente come strumento di bilancio, ossia per la copertura delle ordinarie spese di gestione dei comuni ed, in alcuni casi, per la copertura di debiti precedentemente contratti. Le cause di questo uso distorto dell’imposta sono da ravvisare nella
genericità della formula legislativa adottata che, avendo considerato “interventi nel settore turistico” qualsiasi intervento relativo ai servizi pubblici locali, ha, di fatto, aperto la strada ad ogni possibile utilizzazione da parte dei comuni del relativo gettito”.
“La nostra proposta mira a recuperare all’imposta di soggiorno la sua originale funzione – spiega Enrico Bottiglieri – e lo fa partendo da quelli che sono i reali bisogni del turismo, che sono notevolmente mutati nel corso degli anni. La domanda globale c’è ed è in continua crescita, ma il nostro Paese continua a perdere fette di mercato. E’ evidente che la nostra organizzazione turistica presenta aspetti che non la rendono più attuale. Bisogna assolutamente recuperare capacità di ascolto dei mercati, elaborare prodotti nuovi, investire di più nelle politiche di accoglienza, svolgere un’attenta attività di promozione delle destinazioni. Ovviamente resta fondamentale avere anche servizi pubblici efficienti e risorse ambientali e culturali in ottimo stato di manutenzione, ma ciò non basta. Nessuna località potrà mai ambire ad un reale sviluppo turistico se non verranno
adeguatamente sostenute tutte le predette linee di azione. Di qui la proposta di introdurre l’obbligo, per i comuni, di ripartire equamente il gettito dell’imposta tra: a) azioni di monitoraggio dei mercati; b) azioni di miglioramento dell’accoglienza turistica; c) azioni di promozione della destinazione e d) azioni di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali, nonché dei relativi servizi pubblici locali”.
“E’ poi fondamentale – aggiunge Pisacane – che si abbandoni la logica dell’improvvisazione e si sposi quella della pianificazione assistita dalle giuste competenze e professionalità. E’ risaputo che il turismo è un’industria altamente specializzata, nella quale è impensabile ottenere risultati se non si ci si affida a veri manager del settore. Di qui la proposta di imporre ai comuni che intendono istituire l’imposta, la preventiva adozione di un piano di sviluppo turistico, da far redigere da esperti del settore turistico, che indichi analiticamente le azioni da intraprendere al fine di ottenere i risultati auspicati”.
La proposta di legge mira poi a risolvere un altro degli aspetti più discutibili della normativa in vigore, riguardante il fatto che, con l’imposta di soggiorno, si è richiesto un contributo allo sviluppo turistico delle località solo ai turisti stanziali, senza nulla chiedere a quelli mordi e fuggi.
“Si tratta di una scelta inaccettabile – osserva Pisacane – soprattutto se si considera che molto spesso sono proprio questi ultimi ad arrecare grossi disagi alle località e quasi nessun beneficio. La scelta migliore sarebbe stata quella ripartire equamente il costo dello sviluppo turistico delle località, così da non gravare eccessivamente né su l’uno né sull’altro segmento. La nostra proposta si muove in questa direzione, prevedendo che l’imposta possa essere applicata non solo ai turisti che soggiornano nelle strutture ricettive, ma anche a coloro che, risiedendo fuori regione, fanno visita alla località approdandovi con autobus turistici o con mezzi di navigazione aerea o marittima”
Inoltre, la proposta mira a correggere anche ulteriori aspetti della normativa vigente, quali ad esempio quello dell’effettiva proporzionalità dell’imposta al prezzo del soggiorno, garantita attraverso l’adozione del criterio della percentualizzazione dell’imposta al prezzo effettivo della camera.
“La proposta – evidenzia Pisacane – ha già avuto la condivisione di autorevoli esponenti del mondo accademico, tra cui il Prof. Giamcarlo Dall’Ara, docente di Marketing del turismo presso l’Università di Perugia, ed il Prof. Francesco Morandi, docente di Diritto dei trasporti e del turismo presso l’Università di Sassari. Inoltre è stata fatta propria dalla Presidenza Nazionale dell’Asshotel Confesercenti, che nelle prossime settimane la porterà all’attenzione del Governo e del Parlamento”.
Della stessa, poi, si parlerà in un convegno dal titolo “Le Imposte sul Turismo? Trasformiamole in opportunità”, organizzato dall’Asshotel – Confesercenti Roma, d’intesa con l’Asshotel Confesercenti Salerno, che si terrà a Roma il 20.6.2012, presso i Musei Capitolini – Sala Pietro da Cortona, alle ore 10:00, e che vedrà la presenza di numerosi parlamentari ed esponenti del mondo imprenditoriale e politico.
“Se il Governo ha realmente a cuore lo sviluppo economico del Paese – afferma Filippo Donati, Presidente Nazionale dell’Asshotel Confesercenti – deve assolutamente modificare la normativa in tema di imposta di soggiorno. Il turismo è già stato privato di ogni risorsa ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’imposta di soggiorno può rappresentare una grossa occasione per il rilancio dell’intero settore, ma ciò avverrà solo se il relativo gettito verrà destinato a quelli che sono i reali bisogni del turismo oggi in Italia. La nostra proposta mira appunto a questo, a trasformare l’imposta di soggiorno da imposta “sul turismo” ad un’imposta “per” il turismo”.
La Redazione