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CrossinG OveR, Reality show e i modi di coniugare la realtà: cominciati gli incontri della Fondazione Alfonso Gatto

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CrossinG OveR, Reality show e i modi di coniugare la realtà: cominciati gli incontri della Fondazione Alfonso Gatto

Ieri la Galleria Tiziana di Caro ha offerto la sua bella ed elegante sede per l’apertura della rassegna a cura della Fondazione Alfonso Gatto, il centro di studi salernitano dedicato allo scrittore, critico, poeta. L’evento apre una serie di incontri che si terranno sia a via delle Botteghelle che nella Galleria Leggermente Fuori Fuoco, e dureranno sino alla prossima primavera.

La Fondazione Alfonso Gatto ha pensato come titolo ad una espressione che deriva dalla biologia e dalla genetica ed è il processo di ricombinazione del patrimonio del DNA che, senza dilungarci sugli aspetti scientifici, permette che una più larga possibilità genetica possa essere alla base della perpetuazione della specie umana.

Riportando questi aspetti all’incontro del 1 dicembre e a quelli che seguiranno, la ricombinazione ha a che fare con le varie arti, e i più svariati aspetti e coniugazioni delle stesse: alla fine della serie di incontri noi stessi saremo forse stati ‘vittima’ di questo processo meccanico e sinergico di arricchimento e diversificazione genetica.

Per il primo degli eventi ospiti sono stati il fotografo Marco Menduni e lo scrittore Elio Gona. Ad accomunare i due artisti un forte interesse ‘antropologico’ per il mondo che ci circonda, e soprattutto la volontà di far arrivare a larghi strati del nostro mondo occidentale le rispettive e personali esperienze in zone dell’Asia, dell’Africa e del Sudamerica ove la realtà umana è il combattere per un breve fazzoletto di terra da poter dire ‘questo è il mio, e qui io sono io’.

Strazianti ma che mai scadono nella ovvietà del patetismo le foto di Marco, belli i racconti del Brasile visto attraverso l’Associazione ‘Senza Terra’ di Elio, pseudonimo di Sebastiano. Un punto di incontri non sono banalmente culturali e letterari nella nostra Salerno davvero interessanti e dai quali si esce con una piccola ma significativa consapevolezza di fortuna e privilegio in cui ci troviamo e per la quale non abbiamo combattuto abbastanza.

Prima di chiudere un piccolo riferimento alla Galleria di Caro, centro salernitano di grande respiro internazionale e punto di riferimento per artisti contemporanei e critici d’arte. L’atmosfera minimal, semplice e allo stesso tempo densa di significati cui si accede da un favoloso cortile verde, un corridoio illuminato con balconcini dal sapore antico che si affacciano in esso. All’interno la Galleria ospita attualmente una interessante esposizione collettiva ‘Reality Show’ con opere di Bhakti Baxter, Raphael Danke, Stalislao di Giugno, Gabriel Hartley, Philipp Lachenmann, Nicola Pecoraro, Alfredo Pirri, Belén Rodriguez Gonsaléz, Caterina Silva, Ignacio Uriarte.

Il titolo ‘Reality Show’ prende in prestito la dicitura televisiva che indica i programmi ‘spazzatura’ che si ergono a prototipi di realtà, ma una realtà distorta e spesso miserevole nei suoi sfarzosi e finti luccichii, per invece ricostruirne un senso più letterale di realtà ‘fenomenologica’ di quel che è intorno a noi tutti. La realtà alle volte si maschera o diventa simbolo, ma è pur sempre realtà quotidiana per materiali, mezzi espressivi e oggetti, coniugata da diverse personalità artistiche e percorsi personali di esponenti contemporanei.

Per questo primo incontro quindi il filo conduttore sembra essere stato l’interesse per il vero, nella forma simbolica, a volte lontana e quasi ieratica dell’arte contemporanea, sino alla vita umana più grama e senza speranza, dai sobborghi di Calcutta ai ‘senza terra’ brasiliani.