Crimine e favelas, Luigi Spera incontra il pubblico salernitano per presentare il suo libro
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Traffico di droga, violenza istituzionale e politiche di pubblica sicurezza a Rio de Janeiro dalla fondazione alla pacificazione per le olimpiadi 2016. Questi sono i temi del libro “Crimine e favelas”, scritto da Luigi Spera e presentato ieri pomeriggio al Comune di Salerno.
Il nome favela deriva da un fatto storico: si tratta di una pianta che cresce prosperosa nel terreno dove ebbero luogo le battaglie di Bahia che fu occupato da rifugiati ed ex soldati. L’opera saggistica di Spera parte proprio da qui:
“La prima parte del libro serve a non procedere per luoghi comuni, questo è il ruolo delle sue parole” – ha spiegato il Consigliere comunale Leonardo Gallo – durante l’incontro. “La storia è servita all’autore per non cadere negli stereotipi e per far capire il perché poi la favela è diventata ciò che è diventata”.
Sviluppate in maniera irregolare e con materiali di scarsa qualità, le favelas sono spesso costruite accanto a edifici lussuosi che mostrano in maniera drammatica la differenza tra povertà e benessere. Il degrado sociale ha poi successivamente favorito il sorgere di attività criminali.
“L’autore affronta il cambiamento e ce ne fa capire le ragioni, i motivi, e ne fa intuire le conseguenze” ha continuato Gallo. “Il lavoro poi si concentra sulla criminalità e si riescono a cogliere gli aspetti che fanno arrivare il lettore a comprendere (ma non a giustificare) il perché addirittura l’80% della Polizia, che dovrebbe mantenere l’ordine, fa parte delle bande organizzate”.
“Tutto quindi comincia a legarsi con una concentrazione di dati che non sono sterili, ma ci aiutano a comprendere un fenomeno che si dava per scontato”.
“È una storia moderna, è la storia della nostra vita. Il giovane autore racconta il cambiamento non solo del Brasile ma del mondo, perché la stessa cosa succede ovunque” ha aggiunto il Senatore Giuseppe Esposito, Vice presidente del Copasir.
“Ho voluto essere più dettagliato possibile per dare credibilità a me stesso e alle mie parole, perché per raccontare certe cose credo ci sia bisogno di essere minuziosi” ha concluso l’autore Luigi Spera, ringraziando anche tutti i presenti e dando spazio a domande e curiosità da parte del pubblico.
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