La controversia sulla questione dell’apertura del Crescent si è conclusa con un nulla di fatto. I sigilli per il colosso salernitano restano chiusi per non incorrere in violazioni
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Crescent rimane chiuso. Questa è la sentenza che si è presentata ai costruttori, che avevano avanzato una richiesta di apertura del Crescent, il colosso salernitano ormai famoso anche al di fuori dei confini regionali. La decisione preventiva ha lo scopo di evitare che vengano commesse violazioni.
Il Crescent è ormai terminato, ma sembra che resterà la solita opera cittadina in disuso ancora per molto tempo. Le motivazioni principali che hanno ostacolato il dissequestro dell’ immobile Crescent sono la mancata osservazione dei vincoli paesaggistici e la faccenda degli oneri economici a carico del Comune, che dovevano invece essere pagati dai suoi realizzatori, la Crescent srl, con al vertice Eugenio Rainone.
Il monolite Crescent, considerato in passato anche un mostro ecologico, è diventato ormai punto di ritrovo per bighellonare, e ciò è inaccettabile. La prossima settimana la presidente di Italia Nostra, Raffaella Di Leo, sarà di nuovo sul banco degli imputati insieme al neo presidente della Regione Vincenzo De Luca, per tentare di far luce sulla questione del Crescent. Sono passati due anni da quando il Crescent è sigillato ma sembra che nulla sia cambiato, nonostante gli accomodamenti usati per renderla una struttura conforme alla sua vista mare.
La sentenza di chiusura preventiva del Crescent mette a repentaglio i tempi di compimento dei lavori, che sarebbero dovuti essere brevi. Si rischia inoltre il tracollo per il Comune in quanto i progettisti possono, secondo una clausola contrattuale, abbandonare il progetto e lasciare il pagamento delle rimanenti spese ad esso, senza contare gli acquirenti che hanno già versato anticipi per i locali del Crescent.
La situazione per ora resta un’incognita sempre più Crescente.
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