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Crescent, entro lunedì si decide sul dissequestro

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Crescent, entro lunedì si decide sul dissequestro

Ieri davanti al Riesame i legali della Società Crescent srl hanno presentato ricorso, chiedendo di poter proseguire i lavori

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Ancora qualche giorno e conosceremo il destino dell’opera Crescent.

Ieri mattina davanti al Riesame si è discusso il ricorso per il dissequestro della mezzaluna di Bofill, presentato dai legali della società Crescent srl.

In un’ora l’avvocato Lorenzo Lentini ha ripercorso tutte fasi della vicenda, chiedendo, naturalmente, la rimozione dei sigilli ed il prosieguo dei lavori.

Istanza osteggiata dai pm Alfano e Valenti, titolari dell’inchiesta che ha portato a processo 23 persone, tra cui l’attuale governatore Vincenzo De Luca.

Primo Lotto del Crescent
Crescent, entro lunedì si decide su dissequestro

Al centro, oltre le violazioni urbanistiche contestate dalla Procura, ci sono le presunte mancate spese di urbanizzazione che il privato avrebbe dovuto pagare al Comune.

La decisione del Tribunale dovrebbe arrivare entro lunedì, e decretare così il nuovo corso rispetto all’intervento di Santa Teresa.

Ma c’è dell’altro. Come riportato da Cronache la richiesta di dissequestro sarebbe stata inoltrata dalla sola Società Crescent srl, che non è l’unica società aggiudicataria dei diritti per la costruzione dell’opera di Bofill. All’appello mancherebbe la Sist srl, società che farebbe riferimento all’ex Jolly Hotel dell’ingegnere Chechile, che al momento si tiene fuori dai giochi, non avendo mai iniziato i lavori per la realizzazione del settore numero 6 del Crescent.

Intanto il prossimo 27 ottobre si svolgerà una nuova udienza-nell’ambito del processo Crescent, che vedrà l’ex soprintendente di Salerno Gennaro Miccio concludere la sua testimonianza. Durante l’ultima udienza Miccio non ha occultato responsabilità in capo all’allora soprintendente Giuseppe Zampino.

Ma l’ultimo fastidio per il Comune e per la stessa Soprintendenza è giunta qualche giorno fa con la richiesta di risarcimento da parte dell’Autorità Portuale, per la mancata realizzazione di una delle torri che avrebbero dovuto ospitare la nuova sede dell’Authority, che sarebbe dovuta essere realizzate con fondi comunitari già assegnati all’ente.

Ora però il primo, decisivo, passo da compiere, riguarda l’eventuale dissequestro o meno del cantiere di Santa Teresa. 

Fonte: Le Cronache del salernitano

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