Piero De Luca è accusato di concorso in bancarotta fraudolenta nell’ambito del processo per il fallimento dell’Ifil. I pm richiedono il rinvio a giudizio
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Sono otto i colpevoli, secondo l’accusa, di concorso in bancarotta fraudolenta nell’ambito del processo per il crac della società immobiliare Ifil. Il primogenito del Governatore della Regione Campania, Piero De Luca è tra la schiera degli indagati. Nello specifico gli viene contestato di aver usufruito del pagamento di viaggi a Lussemburgo per complessivi 23.000 euro tra il 2009 e il 2011, a spese della società.
L’Ifil è la stessa società che ha avuto un ruolo centrale in due appalti a Salerno: il rifacimento di Piazza della Libertà e la riconversione dell’area del Pastificio Amato. Facile intuire dunque che le due inchieste sono intrecciate. Gli amministratori della società Del Mese e Lamberti sono infatti già inseriti nel registro degli indagati nell’inchiesta che coinvolge De Luca senior con l’accusa di aver prodotto fatture false per consulenze inesistenti a favore del gruppo Esa Costruzioni dei fratelli Enrico ed Armando Esposito, ditta aggiudicataria dell’appalto per i lavori a Piazza della Libertà.
Gli altri 7 indagati
Sul banco degli imputati, insieme a De Luca jr, Mario Del Mese, socio al 50 per cento della Ifil, Vincenzo Lamberti, altro socio oltre che cognato di Del Mese, Giuseppe Amato, Emilio Ferraro, Luigi Avino e Marianna Gatto e Valentina Lamberti, rispettivamente mogli di Amato e di Del Mese.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dai i pm Vincenzo Senatore e Francesco Rotondo tuttavia non è stata ancora fissata la data per l’udienza preliminare.
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