Criticità al pronto soccorso di Roccadaspide: la denuncia della CISL FP: “Non risulta ben definito il percorso Covid”
In una nota inoltrata al Direttore del DEA Eboli/Battipaglia/Roccadaspide la CISL FP di Salerno ha notiziato sulla necessità, allo stato attuale ovvero nella terza fase dell’emergenza Sars-CoV-2, di poter promuovere una migliore gestione del rischio clinico all’interno della struttura del presidio ospedaliero di Roccadaspide.
“Nonostante la protezione civile abbia fornito al presidio una tendo struttura e l’impiego di due unità sanitarie (infermiere e OSS) fornite dei relativi dispositivi e presidi, non risulta ben definito il percorso Covid. Nello specifico, evidenziando che non è presente, per le persone che accedono in pronto soccorso, una fase di valutazione preventiva, indispensabile al fine di orientare l’utenza verso il percorso Covid o non, creando così un elevato rischio di contagio. Risulta relativamente poco sensato usare distanza, mascherine, igiene delle mani, rafforzamento di terapie sub intensive e pronto soccorso, se poi non vengono utilizzati e messi in atto appositi percorsi per sospetti casi Covid, convogliando tutti i pazienti in una unica sala di attesa all’arrivo in ospedale. – afferma il Segretario Generale Antonacchio Pietro Segretario Generale della CISL FP di Salerno – Inoltre i lunghi tempi di risposta circa il processamento del tampone determinano una congestione dell’attività assistenziale a vario titolo con ricadute inevitabili sull’utenza per i disagi legati all’attesa della presa in carico assistenziale, poco confort e stress, alta probabilità di peggioramento delle condizioni cliniche e complicanze a breve, medio e lungo termine, nonché sull’organizzazione e gestione del personale sanitario e tecnico. Ad oggi sembra non più trascurabile che non si organizzi un percorso Covid idoneo ed efficiente, che non si sia inoltre adeguata “come già stabilito dagli organi competenti per altri Presidi di questa Azienda” ad acquisire apposita strumentazione diagnostica per velocizzare il processamento dei tamponi garantendo così il soddisfacimento dei LEA e riducendo l’impatto negativo sui vari processi assistenziali” – conclude Antonacchio.