Corteo degli studenti: la patetica liturgia di chi vuole evitare qualche ora di lezione
Editoriale a cura del Direttore Responsabile, Avv. Luca Monaco
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Questa mattina, anche a Salerno come in molte altre città italiane, gli studenti delle scuole superiori sono scesi in piazza, in un corteo, per protestare contro il cosiddetto jobs act varato dal governo Renzi.
Premetto che sono distante idealmente anni luce dall’azione politica dell’attuale esecutivo italiano tuttavia, quella degli scioperi studenteschi, l’ho sempre considerata una patetica liturgia, finalizzata esclusivamente ad evitare qualche ora di lezione e rispetto alla quale non ho mai nascosto la mia insofferenza. Ragazzini del tutto inconsapevoli (e disinteressati) delle ragioni della decantata protesta che, bandiera rossa in una mano e pugno chiuso nell’altra, come si conviene allo stereotipo dell’adolescente “figo”, urlano, sfilando in corteo, slogan e canzoncine, intasando il traffico e bloccando in auto quei cittadini che, a differenza loro, necessitano di raggiungere le rispettive destinazioni lavorative.
Proteste talvolta assecondate, se non addirittura strumentalizzate ed insufflate, da alcuni insegnanti ideologizzati per perseguire le proprie battaglie politiche.
Quanti, delle centinaia di studenti che stamattina hanno allegramente sfilato per le strade di Salerno, conoscono effettivamente le ragioni della protesta? La mia opinione è nessuno, o quasi!
Ma l’establishment di certa sinistra politica e’ ancora intrinsecamente ed indissolubilmente legato al mondo studentesco, all’interno del quale riesce da sempre ad attecchire ed a fare proselitismo per due ordini di ragioni: in primo luogo, come pure già accennato, la faziosità ideologica di gran parte dei docenti che, non di rado, professano nelle aule scolastiche il proprio retaggio politico. In secondo luogo perché è innegabile che la “cultura rivoluzionaria“, insita nella sinistra tout court, sia più suscettibile di riscaldare i cuori impavidi e le passioni, propri dell’adolescenza, di un più maturo liberismo di stampo thatcheriano. D’altra parte, anche l’idea stessa di un egualitarismo sociale, economico, occupazionale, in spregio ad un auspicabile, e mai realizzato in Italia, concetto di meritocrazia e di pur rispettosa ma innegabile “diversità” tra le persone, riesce ancora a fare breccia negli animi di tanti.
Ed allora ci sta pure che, nell’Italia degli imponenti scioperi sindacali e di quei sindacati che continuano a difendere chi un lavoro lo ha, ma non lo rispetta, sospendere la circolazione dei trasporti pubblici o bloccare il traffico per ore costituisce la summa attraverso la quale si estrinseca il tanto declamato concetto di democrazia!