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Coronavirus, sopravvive quasi una settimana sullo smartphone

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Coronavirus, sopravvive quasi una settimana sullo smartphone

Lo schermo del nostro smartphone può essere un veicolo ideale di trasmissione del Coronavirus, se non si provvede alla sua frequente disinfezione

L’esplosione di questa pandemia da Coronavirus era pressoché impossibile da immaginare, soprattutto nei termini ormai noti a tutti, e ha colto impreparati anche gli scienziati. Si corre per studiarlo nel più breve tempo possibile e capire come arginare gli effetti negativi in attesa di un vaccino.

Si parla molto di mascherine e prodotti igienizzanti fin dai primi momenti per chiarire ai cittadini quali prodotti servono realmente alla prevenzione del contagio, ma non ci si concentri solo su quelli a scapito delle accortezze da rivolgere ad altri canali di contagio. Potenzialmente qualunque superficie rappresenta un mezzo di trasmissione.

Ora più che mai il cellulare serve per evitare l’isolamento restando facilmente in contatto con amici e parenti, colleghi di lavoro, ma anche per tenersi aggiornati sulla situazione sanitaria e i relativi provvedimenti in continuo aggiornamento. Non da ultimo per qualche momento di intrattenimento e svago per grandi e piccini, nelle lunghe giornate trascorsi in casa per il dovuto distanziamento sociale.

Anche le superfici artificiali possono essere un ottimo terreno fertile per virus e batteri, che qualcuno lascia e qualcun altro riprende al primo tocco successivo di quella stessa superficie oramai contaminata. Questo assume un rilievo particolare andando a considerare le interazioni giornaliere con lo smartphone che sono state calcolate da Dscout: si parla di oltre 2600 volte al giorno in media, prendendo in considerazione i tocchi dello schermo per fare un tap (cioè quello che si definisce clic quando si usa il mouse), “scrollare” le pagine dei propri profili social, digitare messaggi o più semplicemente verificare  di aver ricevuto qualche notifica di attività. Peraltro questi numeri raddoppiano per circa un 10% di persone considerate utenti intensivi.

Tralasciando in questa sede le conseguenze in termini di distrazione da ciò che si è impegnati a fare ed i meccanismi psicofisici che possono influenzare il ritmo circadiano, non si può prescindere da una pulizia dello schermo con un prodotto a base alcolica come se fossero le nostre stesse mani.

Mentre Apple consiglia di pulire le superfici del cellulare con un panno di microfibra e acqua insaponata, il Prof. Mark Fielder, microbiologo presso la Kingstone University di Londra, attualmente raccomanda di detergere le superfici delle smartphone con una soluzione alcolica come quella raccomandata per l’igiene delle mani. E un’accortezza ancor più semplice ed importante è quella di non prestare il proprio dispositivo ad altre persone, in particolare senza avere la certezza che abbiano rispettato le migliori raccomandazioni igieniche.

Tuttavia il Professore specifica che in questo modo è molto meno probabile essere contagiati rispetto alla trasmissione tramite colpi di tosse o starnuti, avendo cura di tenere a mente i consigli delle autorità pubbliche di sanità che ricordano di lavare le mani per almeno un minuto, perché l’acqua e sapone o l’uso di prodotti idroalcolici (almeno al 75%) sono ottimi per spezzare la catena del contagio. E non si abbia vergogna a rivolgersi ad un servizio di supporto psicologico dedicato, per evitare il panico in favore dell’attenzione per i gesti quotidiani.