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Salerno, Convegno on-line dal titolo “Shoah un’infanzia rubata”

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Salerno, Convegno on-line dal titolo “Shoah un’infanzia rubata”

Salerno, Giorno della memoria 2021: Convegno on-line dal titolo “Shoah un’infanzia rubata”

Salerno- Oggi, 27 gennaio 2021, ricorre il “Giorno della memoria”, istituito dalla legge 20 luglio 2000, n. 211 “per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Quest’anno, nel rispetto delle misure introdotte per il contenimento del virus Covid-19, è stato organizzato un convegno on-line dal titolo “Shoah un’infanzia rubata” in collaborazione tra la Prefettura di Salerno, il comune di Campagna –  teatro delle vicende umane e professionali di Monsignor Giuseppe Maria Palatucci, Vescovo della Diocesi di Campagna dal 1937 al 1961, e del nipote Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume durante l’occupazione nazista – e il Museo “Itinerario della Memoria e della Pace” di Campagna, al quale hanno partecipato gli studenti degli Istituti Scolastici di istruzione superiore, collegati attraverso la piattaforma GoToMeeting.

In apertura della giornata, il Prefetto di Salerno Francesco Russo ha ricordato come “l’antisemitismo non sia mai stato debellato. Messaggi di odio continuano ad essere diffusi su scala globale contro democratici, immigrati, ebrei e minoranze di ogni tipo. Gruppi neonazisti, razzisti, integralisti minacciano la democrazia. Proprio per questo, noi adulti abbiamo il dovere di affidare alle giovani generazioni il ricordo di quelle esperienze affinché la “Memoria” possa essere custodita e tramandata”.

Al termine del convegno i ragazzi sono stati coinvolti in un “tour virtuale” del Museo, immergendosi completamente, anche se a distanza, nel clima, nelle storie di vita e nelle sensazioni vissute dagli ebrei internati a Campagna negli anni della seconda guerra mondiale.

Proprio ai più giovani, in particolare, si è rivolto il Prefetto Russo nel suo intervento: “nel momento in cui siamo stati costretti a rispettare il distanziamento sociale per tutelare la nostra salute abbiamo il dovere, allo stesso tempo, di coltivare e rinsaldare quei fili invisibili che ci uniscono…legami con la nostra storia, con il nostro passato, anche se doloroso; legami tra Istituzioni e cittadini; legami tra generazioni e, più semplicemente, tra individui; legami per ricucire reti, esistenze e relazioni; per reagire ai soprusi, alle ingiustizie, alle prevaricazioni; per far sì che una tragedia come quella della Shoah non si ripeta mai più!”.

Il Presidente della Repubblica ha conferito la medaglia d’onore a 66 cittadini di questa Provincia costretti al lavoro coatto nei campi nazisti dopo l’8 settembre 1943

la cui consegna avverrà nel rispetto delle misure anticovid.

“GIORNO DELLA MEMORIA” CONVEGNO ON LINE su piattaforma GoToMeeting. Museo “Itinerario della Memoria e della Pace G. Palatucci” – Campagna in collaborazione tra la Prefettura di Salerno

INTERVENTO DI SALUTO DEL PREFETTO DI SALERNO FRANCESCO RUSSO

Esattamente un anno fa celebravamo il “Giorno della Memoria” nella suggestiva cornice della Cattedrale “S. Maria della Pace” e del “Museo Itinerario della Memoria e della Pace” dedicato a Giovanni Palatucci nel comune di Campagna, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, delle associazioni combattentistiche e d’arma e, soprattutto, del mondo della scuola, con tantissimi studenti accorsi dall’intera provincia per essere protagonisti di una giornata che è – e deve essere – dedicata principalmente alle giovani generazioni.

A coloro che, fortunatamente, non hanno vissuto sulla propria pelle la tragedia della Shoah ma ai quali, proprio per questo, noi adulti abbiamo il dovere di affidare il ricordo di quelle esperienze affinché la “Memoria” possa essere custodita e tramandata. Mai avremo immaginato cosa stesse per accadere di lì a poco, in Italia e nel mondo. Mai avremmo potuto pensare che un virus così pericoloso e virulento serpeggiasse tra di noi.

Da allora è trascorso un lungo anno che ci ha cambiato nel profondo, ricordandoci quanto siamo fragili, come essere umani, dinanzi a certi eventi.

Nonostante questo, grazie alle armi della scienza e della conoscenza, grazie all’impegno costante e ai sacrifici di coloro che, sin dall’inizio, sono stati in prima linea per combattere la pandemia e per garantire che il Paese non si fermasse, grazie al senso di umanità e di abnegazione di tanti, stiamo provando a rialzarci.

 

Allo stesso modo, abbiamo il dovere di combattere mali altrettanto nefasti – l’odio, la violenza, il pregiudizio, la paura del “diverso” – contro i quali siamo chiamati ad utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, a partire dalla “conoscenza”.

Ed è per questo che, seppure “a distanza”, sono ben lieto di partecipare anche quest’anno al convegno organizzato dal Sindaco di Campagna Roberto Monaco e dal Direttore del Museo Itinerario della Memoria e della Pace arch. Marcello Naimoli – che ringrazio – per dare un segnale di continuità, per non spezzare questa tradizione proprio adesso.

Distanti fisicamente, ma di certo più consapevoli delle nostre debolezze e dei nostri punti di forza, celebriamo oggi una delle pagine più buie della storia mondiale e del nostro Paese.

Non possiamo ignorare, infatti, che l’Italia ebbe un ruolo determinante nella Shoah. L’alleanza Germania-Italia fu decisiva nell’imporre le leggi razziali e quelle introdotte in Italia furono molto gravi perché privavano completamente i cittadini Ebrei di qualsiasi diritto civile, umano e giuridico.

Con l’istituzione del “Giorno della Memoria”, grazie alla legge n. 211 del 2000, il nostro Paese seppe in qualche modo riscattarsi perché fu il primo a voler ricordare e celebrare le vittime dell’Olocausto, persino prima dell’ONU che, solo cinque anni dopo, nel 2005, istituì il  Giorno della Memoria.

 

Da allora molto è stato fatto, ma tanto c’è ancora da fare.

L’antisemitismo non è mai stato debellato, messaggi di odio continuano ad essere diffusi su scala globale contro democratici, immigrati, ebrei e minoranze di ogni tipo. Gruppi neonazisti, razzisti, integralisti minacciano la democrazia: ne abbiamo avuto un esempio recente con il clamoroso assalto a Capitol Hill, sede del Congresso degli Stati Uniti d’America.

 

Di fronte a tutto ciò dobbiamo fermarci a riflettere.

Nel momento in cui siamo stati costretti a rispettare il distanziamento sociale per tutelare la nostra salute abbiamo il dovere, allo stesso tempo, di coltivare e rinsaldare quei fili invisibili che ci uniscono.

Legami con la nostra storia, con il nostro passato, anche se doloroso;

legami tra Istituzioni e cittadini;

legami tra generazioni e, più semplicemente, tra individui;

legami per ricucire reti, esistenze e relazioni;

per reagire ai soprusi, alle ingiustizie, alle prevaricazioni;

per far sì che una tragedia coma quella della Shoah non ripeta mai più.