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Continuano le Proteste dei lavoratori Cedisa

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Continuano le Proteste dei lavoratori Cedisa

Continuano le proteste da parte dei lavoratori Cedisa. “La situazione è in fase di stallo”

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Salerno–  Continuano le proteste da parte dei lavoratori Cedisa. Per i dipendenti le condizioni sembrano non migliorare. Dopo diversi giorni di occupazione e di proteste la situazione drammatica pare, attualmente, in fase cedisadi stallo. Le organizzazioni sindacali proseguono la lotta contro un sistema che, sembra non dare speranza ai dipendenti.La situazione è in fase di stallo, tutto ciò che era stato detto in Prefettura e gli impegni presi, sono venuti meno per problemi legali”, queste le parole di Giacomo D’Imperio, rappresentante sindacale.

Ci sentiamo presi in giro, chi si era schierato inizialmente, dalla nostra parte, purtroppo, nel momento decisivo è venuto meno”. Nel pomeriggio di ieri, un’altro incontro, un’altro tentativo di riscatto da parte dei dipendenti che attendono risposte concrete, presso il Comune di Pellezzano, dove i rappresentanti dei lavoratori hanno cercato di risolvere, nuovamente, questa triste situazione in tempi stretti. L’incontro di oggi è stato ininfluente, un altro buco nell’acqua.

cedisa“Attendiamo una nuova convocazione, – aggiunge D’Imperio – sperando di ottenere qualcosa di più di belle parole… abbiamo bisogno di fatti!”

In ballo vi sarebbero circa 1,8 milioni d’euro che restano quiescenti nelle casse della proprietà e dell’Asl, per le rimesse sanitarie che avanzano le due strutture sanitarie (Cedisa e La Quiete). Una cifra che resta bloccata a causa dei pignoramenti da parte dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate. Nel mezzo, gli oltre cento dipendenti delle due strutture sanitarie che non percepiscono gli stipendi da oltre un anno con punte che arrivano a 15 mensilità.

Da qui la decisione di avviare l’interruzione totale di tutte le prestazioni sanitarie sia al Cedisa e sia a La Quiete. “Stiamo cercando di ottenere un incontro con il Presidente del Tribunale – continua D’Imperio noi, ormai, non possiamo più sostenere le spese per venire a lavorare. Dobbiamo tutelare le nostre famiglie!

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