Home Cultura Continua l’agitazione dei 20.000 impiegati del MIBAC: prevista una mobilitazione per il 28 Giugno

Continua l’agitazione dei 20.000 impiegati del MIBAC: prevista una mobilitazione per il 28 Giugno

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Continua l’agitazione dei 20.000 impiegati del MIBAC: prevista una mobilitazione per il 28 Giugno

I lavoratori del MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ndr), a seguito della dichiarazione dello stato di agitazione proclamato dalle OO.SS., continuano la mobilitazione. Tante le iniziative messe in campo da Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Ugl in tutte le regioni d’Italia.

“A Salerno, i lavoratori del settore si riuniranno in assemblee – spiega il segretario Cisl Pietro Antonacchio. “Abbiamo previsto incontri di due ore nella mattinata di venerdì 28 Giugno, sia a Paestum (Templi e Museo) che a Padula (Certosa di San Lorenzo), i poli culturali d’eccellenza della Provincia”.

 

Le Federazioni del pubblico impiego di Cgil, Cisl, Uil Unsa e Ugl prendono le distanze da ogni tentativo di strumentalizzazione delle forme democratiche di lotta programmata. L’obiettivo  non è creare un disservizio a utenti e turisti. Anzi, affermano che “la nostra è una mobilitazione aperta attenta ai contributi delle persone e dei cittadini. I lavoratori del MiBAC vogliono poter offrire un servizio migliore all’utenza”.

 

Tra i motivi della mobilitazione, però ci sono anche “la tutela e rilancio di quello che rappresenta un pezzo importantissimo della nostra identità nazionale”. Al centro della piattaforma rivendicativa non sono solo i diritti dei 20.000 lavoratori, ma soprattutto la riorganizzazione dell’intero settore. A partire dalle risorse per la tutela e la manutenzione di siti e strutture, a scapito di appalti selvaggi, sprechi enormi e sfruttamento delle professionalità.
“E’ questa la proposta che porteremo venerdì al Ministro Bray. Occorre una visione strategica condivisa, accompagnata dal riordino delle funzioni di organi nazionali, sovrintendenze e direzioni territoriali, e da concreti segnali che indichino una netta inversione di tendenza dalla logica dei tagli lineari. Chiederemo un piano occupazionale, la difesa del contratto integrativo e del diritto alla certezza della retribuzione. Ma anche un investimento nelle professionalità che assicurano la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale: più riconoscimento professionale, più formazione, più attenzione alle competenze”.