La 44esima edizione del Giffoni Film Festival inizia in grande stile con Planes 2, la pattuglia acrobatica WeFly! Team e Pif, primo ospite sul Blue Carpet del GFF
A inaugurare la sezione anteprime della 44esima edizione del Giffoni Film Festival è stato Planes 2 – Missione Antincendio, la nuova avventura firmata Disney sulle seconde possibilità.
La pellicola, in uscita in Italia a partire dal 28 agosto, è stata presentata ai giurati e alla stampa durante la giornata inaugurale del 18 luglio dal produttore Ferrell Barron, insieme al regista Bobs Gannaway e ai doppiatori italiani Marco Marzocca (voce di Vento di Tuono), Enzo Savi e Antonio Montieri, in arte Savi&Montieri, speaker di Radio Italia (il muletto Fan e l’elicottero Nick), Andrea Contaldo (Sgocciolo) e il Comandante Federico Max di Inaer Aviation Italia (l’Aereo Bullo).
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“Capita a tutti, almeno una volta nella vita, di giungere a un punto morto – ha spiegato il produttore Ferrell Barron – tutti, a un certo punto hanno bisogno di ritrovare la strada, di capire qual è la seconda occasione che la vita gli sta offrendo. Questo film è dedicato ai Vigili del Fuoco, che abbiamo coinvolto nella preparazione e poi sono diventati nostri grandi amici”.
Non solo un film d’animazione per ragazzi, quindi, ma un’opera da consigliare anche ai più cresciuti per divertirsi insieme ma anche riflettere. “Gli eroi sono quelli che sacrificano la loro vita per gli altri, questo film è dedicato ai nostri paladini: i pompieri – ha aggiunto il regista Bobs Gannaway – abbiamo voluto mettere in evidenza il lavoro di chi rischia la vita ogni giorno pur passando inosservato. Presentarlo qui a Giffoni mi emoziona al punto che mi viene quasi da piangere”.
Anche il tricolore ha solcato il cielo del Giffoni Experience grazie alla pattuglia acrobatica italiana WeFly! Team, l’unica al mondo composta da piloti disabili che volano su aerei ultraleggeri con comandi modificati.
«Si può essere diversi – ha spiegato il giornalista Pino Di Feo, portavoce della pattuglia – in tanti modi: nel camminare, nel vestire, nel ragionare. La diversità, tuttavia, non implica una differenza sostanziale». È questa la filosofia che sta dietro al progetto “WeFly! con Futura… osa volare”, che vede protagonisti i piloti disabili del WeFly! Team e l’astronauta italiana dell’Esa (European space agency) e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, Samantha Cristoforetti, che a novembre partirà per la missione di sei mesi nello Spazio “Futura” dell’Asi (Agenzia spaziale italiana).
Il WeFly! Team, colorando i cieli di Giffoni Valle Piana con il tricolore italiano, non ha solo lasciato solo la sua firma tra le nuvole, ma ha raccontato ai giovani giurati, giunti da ogni parte del mondo, una storia di tenacia, di forza, di coraggio e di amicizia. Ed è la storia di un messaggio che nasce dal cuore per dire al mondo intero che, anche di fronte alle difficoltà, bisogna saper osare per riuscire a centrare i propri obiettivi.
La pattuglia, che porta con orgoglio i colori italiani negli air show di tutto il mondo, è composta da Alessandro Paleri (leader), tetraplegico dal 1987 e da Marco Cherubini (gregario sinistro), disabile dal 1995, coadiuvati dall’istruttore Erich Kustatscher, gregario destro, l’unico non disabile del gruppo.
“Devo venire più spesso a Giffoni, fa bene all’ego”: così PIF, primo ospite a calcare il Blue Carpet della 44esima edizione del Giffoni Experience e a incontrare i ragazzi delle giurie che lo aspettano, impazienti, in una sala Truffaut gremita all’inverosimile. Un’ovazione accoglie il regista di La Mafia Uccide Solo d’Estate, pluripremiato esordio di Pierfrancesco Diliberto che i ragazzi hanno visto prima d’incontrarne il regista, per la prima volta alle prese con la platea dei giurati.
“Mi aspettavo che mi chiedessero com’è stato baciare la Capotondi” dice PIF sorridendo e scherzando con i ragazzi che lo subissano di domande, soprattutto i suoi conterranei. “Temevo la reazione dei palermitani, perché non ne usciamo proprio benissimo, se non per lo scatto d’orgoglio finale. Ma mi sembra che sia andato bene poi. È stata una sorta di autoanalisi che noi palermitani forse non abbiamo mai fatto. Il film è nato perché trasferendomi a Milano e chiedendomi tutti della Mafia ho capito che molti italiani hanno ancora l’immagine di Riina, con il fucile e la coppola, non quelli della ‘Mafia bene’, alla Bontade”.
La spinta al film, le ispirazioni cinematografiche, le scene più amate e quelle più difficili: PIF non si risparmia, senza mai perdere la leggerezza, rispondendo ai giurati.
“Andavo in paranoia per girare i dettagli” confessa questo ‘ragazzo del ‘72’ che non ha mai avuto dubbi su quel che avrebbe fatto nella vita (“Avere un padre alla guida di una società di produzione è stata la mia fortuna: ho iniziato come cameraman e sono arrivato a essere un regista di successo, il che vi dà la dimensione del crollo del cinema italiano” scherza PIF) e che rivela di aver perso il sonno per quella che ritiene la sua scena preferita, il mix tra la scena del funerale di Dalla Chiesa e della scorta di Paolo Borsellino, tra immagini di repertorio e fiction. “Per settimane non ho dormito temendo che non si mixassero bene. E invece penso che sia venuta benissimo, considerati i mezzi a disposizione”.
Il successo, dice, non l’ha cambiato: “Mi rendo conto che prima nessuno mi ‘considerava’ (per usare un termine meno ‘colloquiale’ di quello usato sul palco) e che invece oggi sto molto più attento”.
Al di là delle questioni “estetiche” il vero problema, dice PIF, è con la TV: “Un tempo andavo in giro io con la mia telecamerina e la gente parlava con me molto più liberamente. Adesso… non dico che sono come Belen, però il rischio di montarsi la testa c’è, esistono tutti i presupposti per farlo”.
Il rischio potrebbe concretizzarsi anche nella realizzazione della sua opera seconda: “Nel secondo film spero di mantenere questa naturalezza, di essere il più spontaneo possibile senza pensare al resto. Il primo l’ho fatto perché avevo 20 anni nel periodo delle stragi del ’92, stragi che hanno segnato la mia generazione: il lato positivo di quel periodo è che ha rappresentato un moto d’orgoglio. Il problema, però, è che abbiamo aspettato due stragi incredibili e violente come quelle prima di arrabbiarci: arrabbiamoci un po’ prima, non deve scapparci il morto prima d’indignarsi. La ribellione del palermitano doveva iniziare forse già con Boris Giuliano. La mia generazione ha dovuto aspettare la morte di qualcuno per capire che era un eroe, vi invito a individuare i vostri eroi prima che sia la Mafia a indicarveli”.
Comunque sia, PIF si è già prenotato per il Giffoni Film Festival 2015: “Giffoni è un posto incredibile; il prossimo anno vengo qui a presentare il mio film”.