Da lunedì 25 novembre, gli operai tutti della Comunità Montana Irno-Solofrana stanno presidiando-occupando l’aula consiliare della sede della Comunità Montana, sita in Calvanico in via Pizzone.
Questa occupazione è una forma di protesta forte verso le Istituzioni Regionali e Comunitarie: infatti prima di lunedì vi sono stati altri quindici giorni di protesta in cui questi lavoratori, senza stipendio da ben diciassette mesi, hanno difeso i propri diritti prima a Salerno, davanti la Prefettura, poi a Fisciano, con l’occupazione dello svincolo autostradale dell’Università degli Studi di Salerno.
Ora questi operai, che protestano per un loro diritto, quello di veder retribuito il proprio lavoro a servizio della comunità, hanno deciso di passare a un gesto ancora più forte, quale l’occupazione della sede della Comunità Montana, dopo, soprattutto, i tragici avvenimenti di pochi giorni fa, quando un lavoratore, Franco Argenio, ha deciso di togliersi la vita proprio perché la sua esistenza, senza uno stipendio, era diventata insostenibile.
Solo dopo questo tremendo avvenimento i lavoratori della Comunità Montana Irno-Solofrana hanno ottenuto un minimo finanziamento di 160.000,00 euro, per tamponare le diciassette mensilità arretrate.
Dopo due notti al gelo e neve, senza nemmeno il riscaldamento, gli operai continuano anche nella giornata di oggi l’occupazione della sede della Comunità Montana Irno-Solofrana fino a domani, giovedì 28 novembre, quando i lavoratori avranno un incontro in Prefettura con i rappresentanti dei Sindacati, il Delegato della Regione Campania, il Presidente e l’Ufficio Tecnico della Comunità Montana che si spera possa essere risolutivo di questo scottante problema.
Zerottonove è stata a Calvanico, nella sede occupata della Comunità Montana e ha incontrato alcuni (Gerardo Marano, Raffaele Esposito, Ennio Raimo, Modestino Forino, Gerardo Ruggiero, Pasquale Costabile, Amedeo Guariniello, Matteo Della Valle, Giovanni Vecchione) dei più di cento operai che fanno capo a quest’Ente.
A spiegare nel dettaglio la gravosa questione ai nostri microfoni è stato Gerardo Marano, uno di questi tanti lavoratori che, con coraggio, stanno protestando per un loro diritto: “La Comunità Montana Irno-Solofrana è quella che ha avuto meno aiuti e noi, purtroppo, non sappiamo che altro fare o a chi rivolgerci. Qui tutti hanno famiglia e, alcuni di noi, hanno solo questo reddito con cui vivere. Per noi questo che sta per giungere sarà il secondo Natale senza soldi; il nostro è uno stipendio minimo di 1.000-1.200 euro al mese e nemmeno ci viene dato mentre in Regione penso che tutti riscuotano puntualmente il loro stipendio. C’è da dire però che le colpe non sono solo della Regione ma anche dei tecnici che hanno mal progettato quest’Ente. È una situazione vergognosa – ha continuato Marano – non solo perché dei dipendenti dello Stato sono senza stipendio da diciassette mesi ma anche perché qui c’è gente che per pagare i propri debiti e mutui è dovuta ricorrere agli usurai. Tra di noi c’è anche chi sta protestando facendo lo sciopero della fame e bisogna dire che pure senza compenso, siamo andati a lavorare tutti i giorni: noi altro non chiediamo che quello che ci spetta di diritto, cioè lo stipendio per il nostro lavoro”.