A Felitto continua la progettazione di una Comunità del Cibo per preservare e promuovere allo stesso tempo il tipico fusillo
Nella serata del 26 settembre, nell’Aula consiliare del Comune di Felitto, il sindaco Maurizio Caronna ha chiamato a raccolta i cittadini per parlare di un progetto che già negli anni passati era stato preso in considerazione, ma senza mai portarlo a compimento.
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Si tratta di creare una Comunità del Cibo a Felitto per poter introdurre la produzione dei tipici fusilli felittesi in un meccanismo che sia maggiore del livello artiginale attuale, ma senza svalutare il grande lavoro delle donne che li producono. Il punto fondamentale della questione è che la tipicità di questo tipo di pasta deriva proprio dalla sua particolare lavorazione: per trasmettere alle nuove generazioni tale conoscenza sono già stati fatti in passato vari laboratori curati da Christian Cioffi e anche dal prof. Donato Di Stasi, ma questo non ha portato ad un aumento della produzione.
Nonostante i grandi numeri legati principalmente a quanto viene venduto durante la longeva e vantaggiosa Sagra del Fusillo Felittese – si parla, infatti, di un guadagno di circa 115 mila euro in soli 11 giorni di sagra, con un aumento del pil del 20% – durante il resto dell’anno la vendita dei fusilli si trasforma in una gara al ribasso fra le varie famiglie rivenditrici, quando invece converrebbe ad alzare il prezzo del prodotto per valorizzare la particolarità del prodotto e dare il giusto prezzo ad una lavorazione che, per la sua complessità, non permette di produrre grandi quantità di fusilli al giorno.
Per questo l’amministrazione, che si mobilita come può ma spera più in un sommovimento dei cittadini, cerca il supporto dell’Associazione “Slow food Cilento”: un’associazione che, come in 150 paesi del mondo, promuove la produzione e il consumo di cibo sano, o come dice il loro motto, “buono, pulito, giusto”. La responsabile Daniela Cennamo ha stilato brevemente uno schema delle cose importanti da tenere presente per poter creare una Comunità del Cibo, sottolineando come la genuinità delle materie prime sia essenziale per garantire un prodotto di qualità e che possa rendere adeguatamente.
Infine, per capire praticamente i vantaggi di una Comunità del Cibo, ha preso la parola Antonio Pellegrino, che nel suo paese d’origine Caselle in Pittari ne ha creata una basandosi su due particolari qualità di grano prodotte lì. Il suo discorso è stato una difesa della particolarità dei prodotti a costo di non avere una produzione massiva, ma soprattutto un incentivo a porre più attenzione a ciò che deriva veramente dalla tradizione, distinguendolo da tutto ciò che viene preso a pretesto pur di attirare turisti. Economicamente, inoltre, è stato ribadito il concetto di stabilire il prezzo a seconda della difficoltà della lavorazione e, per aumentare il guadagno, al massimo allargare la zona di produzione.
Il dibattito si è concluso dando la parola ai presenti, che hanno potuto così esprimere assenso o preoccupazione per il progetto così com’è stato presentato.