Sono 116 i dipendenti del Comune di Salerno che andranno in pensione entro la fine del 2019, altri 69 in attesa per il 2020: ulteriore collasso di personale e aumento del rischio sulla garanzia dei servizi essenziali
Carenze sempre più gravi nel personale organico del Comune di Salerno.
Come riporta il quotidiano Il Mattino, tra 2019 e 2020 saranno circa duecento i dipendenti ad andare in pensione: sono in 116 coloro che, tra quota cento e ex legge 285 (quella che prevede la possibilità di riscattare la laurea), ci riusciranno entro la fine dell’anno; altri 69 hanno già avviato ufficialmente la richiesta di pensionamento per il 2020, ma altri 30 sono già “in coda” con richieste non ancora protocollate.
La pianta dell’organico si è inesorabilmente ridotta nel corso degli anni, passando dai 2400 dipendenti del 2006 agli attuali 860. Ad essere maggiormente colpite sono le categorie B (operai) ed in modo particolare le C e le D (impiegati e funzionari). Un aumento progressivo dei disservizi stata la conseguenza di tale situazione, a causa di una mole di lavoro sempre maggiore per un numero, invece, sempre più ridotto di operatori.
Sempre più frequenti, inoltre, anche le lamentele da parte dell’utenza per via della lentezza dei servizi erogati e della soppressione di numerose sedi comunali in città. I dati sono preoccupanti poiché penalizzano non soltanto la cittadinanza, ma anche gli interessi di Palazzo di Città. Le prossime assunzioni del concorso indetto dalla Regione Campania, purtroppo, non risolveranno il problema: saranno 200 le unità che verranno incorporate, ma, per colmare le carenze presenti, ne sarebbero necessarie almeno 450.