Clandestino, prima traccia dell’album omonimo, quello che ha portato alla ribalta mondiale Manu Chao, è un brano che cerca di rappresentare il destino perennemente “da fuorilegge” degli immigrati
Tema principale di Clandestino, ma è un po’ il filo conduttore di tutto il primo album di Manu Chao, è il problema dell’immigrazione.
Manu Chao racconta la storia degli immigrati: righe nel mare; fantasmi nella città; costretti a fuggire costantemente; additati come fuorilegge.
Dunque, una vera e propria esistenza da desaparecido che pare essere sottolineata dal ritmo cadenzato e, a tratti, triste del brano che si snoda in un testo semplice, ma, allo stesso tempo, molto significativo:
Solo voy con mi pena / Sola va mi condena / Correr es mi destino / Para burlar la ley
Perdido en el corazón / De la grande Babylon / Me dicen el clandestino / Por no llevar papel
Pa’ una ciudad del norte / Yo me fui a trabajar / Mi vida la dejé / Entre Ceuta y Gibraltar
Soy una raya en el mar / Fantasma en la ciudad / Mi vida va prohibida / Dice la autoridad
Solo voy con mi pena / Sola va mi condena / Correr es mi destino / Por no llevar papel
Perdido en el corazón / De la grande Babylon / Me dicen el clandestino / Yo soy el quiebra ley
Mano Negra clandestina / Peruano clandestino / Africano clandestino / Marijuana ilegal
Solo voy con mi pena / Sola va mi condena / Correr es mi destino / Para burlar la ley
Perdido en el corazón / De la grande Babylon / Me dicen el clandestino / Por no llevar papel
Argelino clandestino / Nigeriano clandestino / Boliviano clandestino / Mano Negra ilegal
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Ecco il testo di Clandestino tradotto in italiano:
Solo vado con la mia pena / Sola va la mia condanna / Correre è il mio destino / Per fregare la legge
Perso nel cuore / Della grande Babilonia / Mi chiamano il clandestino / Perché non ho documenti
In una città del nord / Sono andato a lavorare / La mia vita l’ho lasciata / Tra Ceuta e Gibilterra
Sono una riga nel mare / Fantasma nella città / La mia vita va proibita / Dice l’autorità.
Solo vado con la mia pena / Sola va la mia condanna / Correre è il mio destino / Perché non ho documenti
Perso nel cuore / Della grande Babilonia / Mi chiamano il clandestino / Io sono il fuorilegge
Mano negra clandestina/ Peruviano clandestino / Africano clandestino / Marijuana illegale
Solo vado con la mia pena / Sola va la mia condanna / Correre è il mio destino / Per fregare la legge.
Perso nel cuore / Della grande Babilonia / Mi chiamano il clandestino / Perché non ho documenti
Algerino clandestino / Nigeriano clandestino / Boliviano clandestino / Mano Negra illegale
Parole semplici, come si può vedere, che, nella loro semplicità, dicono tanto: ci parlano della sofferenza di tanti immigrati che, in fuga dai moltissimi Sud del mondo, dalla fame, dalle guerre, si ritrovano in quel Nord che li condanna a una vita clandestina, in fuga perenne.
Quindi, un brano immediato in cui al tema dell’immigrazione si accosta facilmente il tema del viaggio con particolare attenzione alle zone di frontiera.
In più, a nostro avviso, pare che nei versi della canzone la condizione del clandestino possa scivolare anche nell’ambito ideale e indicare, pertanto, i tanti “clandestini della vita”; tale idea deve essere presa, però, con il beneficio del dubbio in quanto Manu Chao, data anche l’eloquenza delle immagini del video ufficiale, può benissimo aver avuto in mente soltanto la dimensione reale delle cose.
Infine, una curiosità: la “Mano Negra” citata nel ritornello del testo, è il nome di uno dei primi gruppi di Manu Chao, anche se si resta, crediamo volutamente, nell’ambiguità, in quanto l’espressione può configurarsi pure come una sineddoche (la parte per il tutto) per designare, ancora una volta e con tono discriminatorio, gli immigrati “fuorilegge”.