Al teatro “Antonio Ghirelli” doppio evento – Cittadini del Mediterraneo – patrocinato dalla Fondazione Salerno Contemporanea e dedicato ai temi della migrazione e dell’inclusione
[ads2] Il teatro Antonio Ghirelli ha accolto due eventi dell’iniziativa Cittadini del Mediterraneo, voluta dalla Fondazione Salerno Contemporanea. La serata, che ha avuto inizio dalle 19.30, ha permesso di ammirare già prima dell’ingresso in teatro, la mostra audio fotografica intitolata “Volti al futuro” di Giulio Piscitelli a cura di Marina Cavaliere.
Cittadini del Mediterraneo. Su queste postazioni con supporti audio, meravigliose foto in penombra dei protagonisti che, con le proprie voci, raccontavano di sé, di come erano riusciti ad inserirsi in un nuovo paese, e delle difficoltà e dei sacrifici affrontati. Attesa anche la presentazione del romanzo “Sul corno del rinoceronte”, della giornalista e scrittrice Francesca Bellino. Ad affiancare l’autrice, Maria Giovanna Riitano, docente di Geografia politica presso l’Università degli Studi di Salerno, e Barbara Cussino, direttore dei Musei provinciali.
La presentazione dell’opera è stata preceduta da una suggestiva e toccante rappresentazione teatrale di alcuni estratti, realizzata dalle bravissime Serena Lauro e Marina Cavaliere. Narra la storia di Mary, antropologa di Roma, che arriva in Tunisia e prende un taxi per Kairouan, città natale della sua amica Mariem, un’immigrata tunisina conosciuta nella capitale, per assistere al suo funerale.
Cittadini del Mediterraneo. Interessante il personaggio del tassista Hedi, che funge un po’ da guida, e spiega che sta attraversando un importante momento di rivoluzione, in quanto quello è stato il primo paese a ribellarsi alla dittatura. Ha infatti ottenuto diverse vittorie come elezioni libere, una nuova Costituzione, ed una tutela della famiglia e della donna.
Sullo sfondo di una Tunisia falsamente rappresentata dall’Occidente come paradiso terrestre e stereotipata come retrograda e chiusa, nasce così l’amicizia fra un’italiana ed una tunisina, che sono gli emblemi di due culture del Mediterraneo che si incontrano. Non a caso infatti, le due attrici hanno concluso la drammatizzazione con un abbraccio non soltanto di affetto, ma di unione simbolica.
Mary è l’occidentale emancipata, spiritualmente attiva e curiosa di tutto, elevata ed aperta, che si fa notare. Anche Meriem è una donna forte, libera e laica. Infatti l’una è il completamento dell’altra, (non a caso il loro nome ha la medesima traduzione). Per lei è stato difficile emigrare in un mondo completamente diverso dal suo, e per questo rappresenta anche il coraggio delle donne della sua terra.
Cittadini del Mediterraneo. Questa novel road vuole essere una metafora esistenziale, che crea connessioni di sensibilità nuove e diverse, un viaggio non soltanto esteriore e fisico, ma anche interiore. La rivoluzione, così come ha spiegato la Bellino, “è sia esteriore che interiore, più intima e silenziosa”, ed aggiunge: “Dentro ognuno di noi, alberga un dittatore, che governa noi stessi e in qualche modo ci reprime”. Ecco perché ha sollevato un importante interrogativo, che sugella questa spiegazione: “Noi siamo veramente liberi?”.
Altri riferimenti non casuali come il Sofismo o la Mano di Fatima, dono fatto a Mary; mostrano come in realtà quella tunisina sia una cultura equilibrata ed estremamente affascinante, che si allontana dai rigidi schemi logici e di efficienza occidentali per dare più spazio all’universo interiore ed alle emozioni. Un incontro immaginario che, alla luce degli eventi odierni in Francia, deve far riflettere sulla scoperta e sul valore della diversità come arricchimento di valori, per poter costruire un nuovo futuro.