Il procuratore della Repubblica di Napoli comunica che nell’ambito dei rilievi della Polizia Scientifica effettuati in alcune aree della Città della Scienza, sono state trovate tracce di benzina in ben sei reperti analizzati. La notizia sembra confermare quindi la pista dolosa, ipotesi che in molti avevano avanzato già dall’inizio. L’incendio quindi sarebbe partito in contemporanea in punti diversi della struttura; questo spiegherebbe anche l’estrema velocità con cui le fiamme hanno divorato gli stabili.
Adesso resta da capire il perché di questa tragedia e quali siano le ragioni che abbiano spinto più persone a progettare la distruzione di un tale simbolo di cultura. ” Capisco” – dichiara Lipardi, fondatore del museo – ‘’il procuratore che dice di non buttarla sempre in camorra perchè diventa un alibi. Però davanti ad un fatto del genere, che sia criminalità o follia, cose come questa non succedono per caso e non possono essere tollerate’’.
Intanto sono già iniziati i lavori per l’apertura entro il 10 aprile del padiglione dedicato ai bambini mentre l’Unione Europea si dice pronta ad un piano di cofinanziamento, non appena sarà presentato un progetto per la ricostruzione dell’intera struttura.