Sbocchi occupazionali all’interno del Comparto Università. La CISL Università di Salerno si schiera al fianco dei Dottori di Ricera
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La CISL Università di Salerno, con il sostegno della Segreteria Nazionale intende presentare ai vertici del MIUR, una proposta a sostegno di centinaia di giovani Dottori di Ricerca della nostra provincia e non solo, che non trovano sbocchi occupazionali all’interno del Comparto Università.
Prendendo atto che il Consiglio di Stato ha già disposto l’ammissione con riserva dei Dottori di ricerca ai concorsi a cattedra per le scuole di ogni ordine e grado, ritenendo che lo stesso titolo sia peraltro già riconosciuto nell’ambito di quelli valutabili per la partecipazione ed esprimendo “una posizione per la quale l’equiparazione tra Dottorato di ricerca ed abilitazione appare non manifestamente infondata”, sarebbe importante considerare per i Dottorati di ricerca l’ammissione in sovrannumero degli stessi, ai Corsi di specializzazione per il sostegno di cui al D.M. 141 del 10 marzo 2017 e ad eventuale riattivazioni del TFA (tirocinio formativo attivo) straordinario.
Tale proposta è sostanziata da due motivazioni prevalenti
a) nel 2015 soltanto il 41% dei Dottori di ricerca ha trovato spazio di realizzazione professionale all’interno dell’Università;
b) il Dottorato di ricerca, essendo un titolo non utilizzabile esclusivamente nei contesti universitari, ma in altri segmenti produttivi (imprese, terzo settore, etc.) che sono incentivati e finanziati anche dall’Unione Europea, non si giustifica perché sia titolo di ammissione solo per la carriera universitaria e non anche per quella scolastica, impegnata in azioni complesse e sofisticate di progettazione e di realizzazione non differenti da quella universitaria, con riferimento sia al sostegno che richiede specifiche competenze di ricerca ricapitalizzabili in ambito scolastico per sostenere una didattica efficacemente inclusiva che al TFA.
La proposta avanzata dalla CISL Università di Salerno all’ultimo Consiglio Generale Nazionale del 15 dicembre 2016 e inserita nella mozione conclusiva, si configura come un riconoscimento a coloro che hanno maturato il percorso di più alta formazione presente sul piano nazionale ed internazionale, la cui presenza nell’ambito della scuola può solo favorire lo sviluppo della qualità dell’offerta formativa, intervenendo a supporto dell’inclusione e della piena integrazione della disabilità nell’istituzione scolastica. Inoltre i Dottori di ricerca aiuterebbe le istituzioni scolastiche ad assolvere la funzione (di ricerca e sviluppo) affidata alle scuole dal regolamento sull’autonomia senza prevedere professionalità capaci di sostenere affettivamente la ricerca all’interno delle istituzioni scolastiche. In effetti, la realizzazione dei PON e dei progetti di rete e l’attuazione nelle scuole della funzione di ricerca e sviluppo richiede quelle competenze che sono il risultato del percorso dottorale.
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