Domani, sabato 10 dicembre, alle ore 18:30, nel salone delle conferenze del Museo-FRaC di Baronissi, il sindaco Gianfranco Valiante e il direttore del FRaC Massimo Bignardi, inaugurano la mostra retrospettiva Ciro Pica, la geometria, la forma
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Ciro Pica, la geometria, la forma è l’esposizione del Museo-FRaC di Baronissi curata da Massimo Bignardi in collaborazione con Erica De Maio, che ricostruisce attraverso quaranta opere, soprattutto dipinti, l’esperienza in gran parte poco nota dell’artista salernitano, interprete di una significativa pagina dell’astrattismo italiano registrata negli ultimi quattro decenni del XX secolo.
Le opere di Ciro Pica, provenienti da collezioni private sparse in diversi centri della penisola e dagli eredi, ricostruiscono la vivacità di un dibattito al quale Pica ha dato un significativo contributo: un percorso che dalle opere improntate da un dettato meccanoforme, nella seconda metà del decennio sessanta, si spinge nei sentieri di un’attenta analisi dei rapporti fra geometria, forme e piani, ricorrendo alla vitalità di materie e materiali assunti dalla sfera industriale, toccando aspetti tangenti al neocostruttivismo vivo in Italia negli anni settanta.
Ciro Pica nacque a Nocera Inferiore nel 1925. Dopo aver compiuto gli studi presso il Liceo Artistico e frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, iniziò la sua attività espositiva a metà degli anni Cinquanta, partecipando a manifestazioni artistiche e a concorsi, quali il Premo nazionale “G. Casciaro”, la Biennale d’Arte Contemporanea di pittura e del bianco e nero, promossa a Salerno, allestendo la prima mostra personale nel foyer del Teatro “G.Verdi” di Salerno. Nell’estate del 1966 fu invitato alla IX Quadriennale di Roma, mentre nel 1968 partecipa alla rassegna “Aspetti della giovane pittura a Salerno”, allestita nel portico di Palazzo di Città. Seguirono poi gli inviti al II Premio nazionale di Pittura “Alberto da Giussano”, Brianza e al Premio Nazionale ‘F.P.Michetti” a Francavilla a Mare, alla X Biennale internazionale del Bronzetto e della piccola scultura, a Padova e alla III Biennale di Ravenna. Sul finire degli anni Sessanta si trasferì a Venezia, dove iniziò ad insegnare. Numerose saranno le mostre personali allestite nelle principali gallerie d’arte da sempre attente alle ricerche attive in Italia nell’area dell’astrattismo geometrico e neocostruttivismo. Negli anni Ottanta ritornò nella sua terra di origine, stabilendosi a Vietri sul Mare, seguirà poi un breve soggiorno veneziano e il definitivo trasferimento a Salerno, dove morì nel 1999.
In occasione della mostra, che resterà aperta fino al 15 gennaio 2017, è stato pubblicato dalla Gutenberg Edizioni, un catalogo monografico con il testo del curatore, uno scritto di Ciro Pica jr., un’intervista a Silvio D’Antonio curata da Erica De Maio alla quale si deve anche l’apparato biografico, nonché un ampio repertorio illustrativo.
«Proporre una selezione di dipinti del Maestro Pica – scrive nell’introduzione al catalogo Ciro Pica, la geometria, la forma il sindaco Valiante – a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, in una sede espositiva da sempre attenta alla storia ed all’attualità del dibattito artistico a Salerno, in Campania e nel Mezzogiorno d’Italia, quale è il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea della nostra città, è un’occasione che consente di rimarcare la necessità di far dialogare tra loro esperienze che connotano il ricco e variegato vocabolario di immagini e segni propri di una contemporaneità lasciata alle nostre spalle. È una nuova occasione per ammirare delle opere, un ulteriore momento per poter animare il dibattito sull’arte e sul suo ruolo all’interno della società, scegliendo quale referente un artista la cui esperienza è stata per anni attenta a sondare le possibilità di un nuovo e diverso modo di osservare la realtà Questa mostra si offre come un momento di scoperta e di riflessione, ricostruendo per la prima volta sia l’esperienza di un artista nella grande stagione degli anni sessanta sia, e soprattutto, la sua esperienza calata nelle vicende culturali che segnano la storia di Salerno e del suo territorio. È una mostra che si iscrive nel vasto programma di iniziative culturali promosse nell’ambito dell’offerta che, con il progetto “Luci dell’Irno-Costellazioni infinite”, si propone sia alla comunità, sia a quanti sceglieranno la nostra città quale meta di un nuovo modo di fare turismo».
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