Sono 1,5 rifiuti ogni metro di spiaggia quelli che incrociamo passeggiando sugli arenili del Cilento: dai dati elaborati da Legambiente lo confermano
Nell’ambito della seconda edizione del progetto Vele Spiegate, che ha visto per tutta l’estate la partecipazione di oltre quattrocento volontari, provenienti da tutti gli angoli d’Italia, impegnati nell’Arcipelago Toscano e nel Cilento in attività di pulizia delle spiagge e in un monitoraggio scientifico mirato ad acquisire dati qualitativi e quantitativi relativi ai rifiuti presenti nelle località costiere (con indagini focalizzate anche su spiagge remote, in cui l’accesso al pubblico è ridotto), nonché di sensibilizzazione dei turisti sulla cultura e protezione del mare.
In Campania nel Cilento durante i mesi di giugno e luglio un centinaio di volontari hanno partecipato a questa innovativa esperienza di citizen science (il contributo dei cittadini ai monitoraggi scientifici sui problemi ambientali) monitorando 14 spiagge: spiaggia libera adiacente Lido Tre Conchiglie, Baia del Sauco e costone roccioso, Agropoli; spiaggia libera adiacente Due Pini e spiaggia libera adiacente Lido Esercito, Capaccio Paestum; Cala Bianca, scogliera retroporto e Cala Pozzallo, Marina di Camerota; spiaggia dei Gabbiani e spiaggetta del Porto, Pollica; spiaggia della Molara, spiaggia dei gabbiani e cala della Sciabica, San Giovanni a Piro. Nel dettaglio – spiega Legambiente – nel Cilento l’indagine ha censito 2.143 rifiuti per una media di circa 1,5 rifiuti ogni metro di spiaggia. La plastica è sempre il materiale più trovato, pari al 80% del totale dei rifiuti rinvenuti, seguita da metallo (6,3%), carta e cartone (4,2%) e vetro/ceramica (4,1%).
Per i rifiuti di cui è possibile stimare l’origine, la cattiva gestione dei rifiuti urbani è la causa principale della presenza dei rifiuti (39%): in particolare i rifiuti derivanti dalla cattiva gestione urbana, per le spiagge cilentane, sono rappresentati da rifiuti derivanti da abitudini dei fumatori (principalmente mozziconi di sigaretta, ma anche accendini, pacchetti di sigarette e loro imballaggi) e da abbandono di inerti.
Ben il 34% di ciò che costituisce un rifiuto sulle spiagge del Cilento è rappresentato da oggetti creati per avere una vita breve. Tra questi gli oggetti monouso in plastica che utilizziamo per pochi minuti, ma se smaltiti non correttamente inquinano l’ambiente per decine o centinaia di anni come bottiglie (trovate sul 100% delle spiagge), stoviglie (sul 64% delle spiagge) e buste (sul 57%).
Nella top ten dei rifiuti più trovati sulle spiagge Cilentane oggetto del monitoraggio ci sono pezzi di polistirolo (il 16 %) gran parte derivante dalla frammentazione delle cassette utilizzate per prodotti ittici; pezzi di plastica (11%); mozziconi di sigarette (8%) bottiglie e contenitore di plastica per bevande (6%), bottiglie e tappi di plastica (5%). Per quanto riguarda i pezzi di polistirolo, che occupano il primo posto della top ten, va sottolineato il fatto che per l’ 87% del totale è stato registrato nella Spiaggia dei Gabbiani di Pollica
“Vele Spiegate oltre a rappresentare la più grande campagna di volontariato per pulizia delle spiagge è un’ulteriore e significativa esperienza di citizen science praticata da anni da Legambiente su tutto il territorio nazionale. Un’esperienza che ci ricorda che marine litter sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti e che ridurre nei prossimi anni il problema dei rifiuti in mare non è una sfida impossibile, ma va affrontata con determinazione. – dichiara Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania- Inoltre, è anche urgente disciplinare in maniera sistematica la rimozione dei rifiuti dai fondali marini, possibile grazie al fishing for litter e all’aiuto dei pescatori, già attuata con un progetto progetto pilota in Toscana. E proprio domani a Sorrento sarà firmato il primo protocollo d’intesa in Campania tra Legambiente, Comune di Sorrento, la partecipata Penisolaverde e i pescatori, per dare la possibilità ai pescatori di portare a terra e avviare a raccolta differenziata i rifiuti che inevitabilmente recuperano durante la loro attività di pesca.”