
La Campania, con il Parco del Cilento e Vallo di Diano e Alburni, è nei 120 geoparchi mondiali riconosciuti Patrimonio dell’Unesco. Ecco i luoghi da visitare
[ads1] Alla 38esima Sessione Plenaria della Conferenza Generale dell’Unesco, che si è riunita a Parigi, riconosce nel Patrimonio dell’Unesco diverse regioni italiane, tra cui la Campania, in particolare per il Cilento, terra da custodire e tramandare data la sua ricchezza storica, per la salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, per le tradizioni ancora vive nel territorio.
In Sicilia il Parco Naturale Regionale delle Madonie e il Distretto di Rocca di Cerere, in Liguria il Parco Naturale Regionale del Beigua, in Sardegna il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, in Trentino il Parco Naturale Adamello Brenta, in Toscana il Parco Nazionale Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane e il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane; in Piemonte il Sesia Val Grande Unesco Global Geopark, in Basilicata/Calabria il Parco Nazionale del Pollino (Basilicata/Calabria), infine, in Campania il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.

Il secondo in Italia per la sua estensione, il Parco del Cilento racchiude particolarità, unicità come la Primula Palinuri, nella flora e nella fauna, è dedito al pascolo, e quindi produce formaggi e latticini con le tecniche (sebbene moderne) degli antenati. Presenta vette importanti, come il monte Bulgheria, il monte Cervati, il monte Stella e il monte Gelbison.
Il Cilento, non solo terra scoperta e “conquistata” dagli antichi greci e romani, sfruttata per la sua bellezza e ricchezza di acque e cibi spontanei, ma anche terra che affonda le sue radici nella Fede, con l’arrivo dei monaci basiliani e dei Lucani, di derivazione orientale, che hanno portato il senso di beatitudine tra le colline selvagge del Cilento, in particolare tra Licusati, Camerota e Roccagloriosa.
Il mare poi, uno dei nodi nevralgici dell’economica antica, così come quella odierna. Un mare che racconta la storia, mitologica quasi, attraverso le sue forme che quasi parlano, con grotte e baie che, se non si ricorre al racconto mitologico, si fa fatica a credere che sia solo opera degli eventi fisico-chimici. Il Cilento è anche storia orale, tradizione e leggendarie memorie che arrivano dal passato.
Tra i luoghi indicati, come Patrimonio dell’Unesco, troviamo il Parco di Elea/Velia per la stratificazione archeologica presente; Paestum, centro importante fino al Medioevo e città vescovile, nonché erede della Grecia, nella sua impostazione urbanistica e artistica; la Certosa di Padula, perché rimane uno dei monasteri più grandi, caratteristici e importanti della Provincia di Salerno.
Il Parco del Cilento e Vallo di Diano e Alburni è dunque un vanto per la Campania, riconosciuto Patrimonio dell’Unesco e terra da salvaguardare, di cui, come gioiello, prendersene cura.
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