‘Malumore’ è il nuovo corto d’animazione made in Salerno, selezionato allo Slamdance Film Festival 2021. Chiara Marotta e Loris Nese ci raccontano ‘la voce della città’
Chiara Marotta e Loris Nese si raccontano per Zerottonove e lo fanno parlando di Malumore, il nuovo corto d’animazione produzione Lapazio Film, già vincitore del Premio Speciale della Giuria italiana corti al festival di Torino e ‘Miglior corto d’animazione‘ al Dok Leipzig 2020, premiato con il Mephisto 97.6 Award. Le sorprese non finiscono qui e Malumore si assicura un posto in prima fila allo Slamdance Film Festival 2021, uno dei festival più rinomati nel campo del cinema indipendente internazionale.
Malumore è un progetto nuovo e contemporaneo, capace di unire fantasia e realtà, con uno stile riconoscibile e d’impatto. A Loris Nese si deve la sceneggiatura, la regia e l’animazione, mentre a Chiara Marotta il montaggio. Malumore arriva a conferma di un percorso già altamente riconosciuto. Con Quelle Brutte Cose e Veronica non sa fumare (2019), i due giovani salernitani si sono accaparrati il premio ‘Miglior Cortometraggio‘ e ‘Miglior Contributo Tecnico‘ alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia.
Malumore e la ‘voce della città’
Malumore racconta il lavoro di cura visto dallo sguardo di una bambina. Lo scorrere del tempo e la paura del vuoto contribuiscono a comunicare le problematiche della quotidianità in un modo del tutto nuovo, arricchite dal gioco dell’animazione. A fare da scenario è la città, dotata di una voce propria, mai ascoltata prima. La città, infatti, con Loris Nese e Chiara Marotta è capace di comunicare una storia fatta di contrasti e normalità, diventando protagonista assoluta.
A raccontarcela sono proprio loro, Chiara Marotta e Loris Nese in ‘Malumore’:
–Da dove nasce l’idea di ‘Malumore’ e perché la scelta di optare per il genere d’animazione?
Loris: ‘Ci tengo a dire che siamo molto legati al nostro territorio, ci piace raccontare cose che conosciamo. L’idea era quella di raccontare l’instabilità che caratterizza certi lavori e il nostro territorio. In questo caso si tratta del lavoro di badante, un lavoro molto complicato che ti da la possibilità di approcciare ai temi della vita e della morte.
Tutti questi limiti sono stati affrontati partendo dall’infanzia. La storia della badante è raccontato dallo sguardo della figlia che racconta il lavoro di sua madre. Raccontare la crescita ci ha permesso di legarci bene all’animazione. L’animazione ci è servita a restituire proprio il tema dell’infanzia. Abbiamo giocato con gli stilemi linguistici dell’animazione, attraverso il disegno, ma anche attraverso la musica’.
-Cosa racconta la città?
Chiara: ‘Abbiamo un’impronta molto documentaristica, quindi la volontà di cercare e raccontare qualcosa che consociamo. Ci piace vedere come questi temi siano comprensibili in tutto il mondo. E’ bello vedere come questi temi, che trattano della periferia del sud Italia, siano in realtà apprezzabili e comprensibili anche dall’altro capo del mondo. E’ una ricerca approfondita che facciamo proprio perché ci piace che siano recepibili’.
‘Con questo corto la città di Salerno si racconta attraverso il suono. Abbiamo fatto un lavoro importante per poter registrare i suoni dei quartieri, dal centro storico alla zona orientale, dalle conversazioni specifiche al vociare della vita quotidiana, di tutti i giorni. Ci teniamo a restituire questo pezzo della città‘.
-Chiara, come ti sei trovata al montaggio?
Chiara: Penso a “Quelle brutte cose” che ha avuto un po’ lo stesso percorso. In fase di montaggio avevamo rimesso in gioco tutto e anche in questo caso è stato molto interessante lavorare al montaggio. Venendo dal documentario nulla diventa deciso, troppo scritto, niente che debba cedere a tutti i costi alla sceneggiatura. E’ stato tutto rimescolato, rimesso in gioco, con diverse aperture e altre voci. Ho avuto l’occasione di veder nascere i personaggi disegnati e animati da Loris, e muovere i tasselli della loro vita mischiando diversi linguaggi e tecniche in una dimensione narrativa, ma allo stesso tempo fortemente sperimentale. Il montaggio è sicuramente un momento molto importante per questo tipo di lavoro.
-Da dove nasce la passione per il disegno, quando e come è diventata una professione?
Loris: ‘Il fumetto è una cosa che mi appartiene più o meno da sempre. Già in passato io e Chiara scrivevamo storie a fumetti per la rivista Fabrique du Cinéma. Disegno da sempre, chi mi conosce lo sa‘.
Chiara: ‘L’animazione ci accompagna da sempre, soprattutto agli inizi, quando lavoravamo molto in stop-motion per video clip e spot per Rai e Motta‘.
-Cosa mi dite della selezione allo Slamdance Film Festival?
Chiara: ‘Siamo contentissimi per questa selezione, è un festival che ci piace moltissimo perché è molto attento alle sperimentazioni. Malumore sta facendo un percorso che prende strade diverse, uno per l’animazione, in particolare ai festival di Lipsia e Francia. Dall’altra parte stiamo avendo grandi risultati anche in alcuni dei festival più importanti, come Torino e lo Slamdance‘.
-Come vivete la condizione del ‘cinema a distanza’ causa Covid?
Loris: ‘Bisogna dire che una delle cose che ci manca di più è il rapporto diretto con il pubblico. Si creano condizioni diverse, le proiezioni portano a degli incontri, adesso purtroppo virtuali, però il riscontro diretto con il pubblico è diverso. Con gli altri cortometraggi abbiamo avuto la possibilità di testare la proiezioni in casa e fuori casa, dall’Italia all’America. E’ importante capire come il pubblico, in diverse parti del mondo, recepisce il corto‘.
Chiara: ‘La cosa più bella era osservare come una stessa battuta potesse essere recepita in modo del tutto diverso, a seconda del pubblico di riferimento, da quello americano a quello italiano‘.
-Quali sono i progetti per il futuro, avete un corto già in cantiere?
Loris: ‘Abbiamo già scritto un nuovo cortometraggio, anche questo d’animazione. E’ un linguaggio che ora ci interessa molto, in Italia si inizia a muovere qualcosa e ci teniamo a dare il nostro contributo. Con questo nuovo corto siamo tornati a raccontare il mondo della crescita, dell’adolescenza. Un corto ancorato nuovamente alla città di Salerno. La storia tratterà del rapporto di tre adolescenti e del modo di vivere uno specifico momento della loro vita‘.