Questa mattina in Piazza Amendola CGIL CISL e UIL hanno manifestato per una mobilitazione a carattere nazionale sul lavoro. Ai nostri microfoni il Segretario Generale Arturo Sessa
Questa mattina la CGIL, CISL e UIL hanno partecipato ad una manifestazione a carattere nazionale incentrata sull‘importanza del lavoro, dell’occupazione giovanile e delle pensioni di garanzia.
Il presidio ha avuto luogo questa mattina alle ore 10, in Piazza Amendola, dinanzi al palazzo della Prefettura.
Questa iniziativa, partita il 12 ottobre che ha visto a Milano la presenza di Susanna Camusso, vuole smuovere il contesto stagnante della politica italiana per assicurare un futuro lavorativo alle nuove generazioni, continuando a tutelare contributi ai lavoratori più anziani e, nondimeno, valorizzando la forza lavoro femminile.
Abbiamo intervistato il Segretario Generale della CGIL Arturo Sessa, sull’importanza dei temi trattati.
Quali sono le motivazioni che hanno spinto a quest’azione in tutta Italia?
Questo presidio è nato per rivendicare ciò che è ormai sotto gli occhi di tutti: un’emergenza sociale del paese, chiamata occupazione giovanile. Lo facciamo in quanto il Governo sta decidendo la prossima manovra finanziaria, per chiedere che la ricchezza generata venga equamente distribuita nel Paese, al fine di ricollocare i giovani nel ciclo produttivo dell’economia nazionale.
Chiediamo inoltre che venga congelata l’età pensionabile e, quindi, il numero massimo degli anni di contribuzione, che è di 41 anni, un limite più che sufficiente per far andare in pensione chi ha dedicato tutta la sua vita al lavoro.
Secondo lei qual è il fattore, o i fattori, che impediscono il turn over tra vecchi e nuovi lavoratori?
Io credo che non venga detta una verità vera, cioè che il fondo pensionistico non sia in equilibrio: se su di esso si fanno gravare tutte le spese, anche quelle di carattere assistenziale e sociale (chiamati anche ammortizzatori sociali) naturalmente non resisterà. Se invece dividessimo la spesa assistenziale da quella previdenziale scopriremmo che sarà possibile approvare tutte le richieste avanzate dal sindacato.
Grazie al ricambio del turn over in alcuni cicli lavorativi realizzati dagli immigrati arrivano contribuzioni fresche. Quindi bisogna dare la priorità non elargendo alla grande industria provvidenze con sgravi non mirati, ma quelli mirati ad un’occupazione vera e stabile.
E cosa ci dice della manodopera e del settore lavorativo femminili?
C’è una specifica richiesta in questa piattaforma: chiediamo che per le donne venga ripristinato un ciclo di attenzione e di favore in quanto si dedicano anche alla cura ed all’assistenza alle famiglie, oltre alla maternità ed a ciò che concerne alla specificità femminile, dal momento che nel settore privato una cosa esclude l’altra. Questa, che è una vera e propria discriminazione ed una violazione di legge, viene tutelata solo sulla carta, mentre nella realtà non è così.
E ciò è una vergogna per questo Paese: non solo violenza di genere, ma anche molestie sui luoghi di lavoro e discriminazione salariale (percepiscono un reddito minore rispetto agli uomini). La donna è quindi un soggetto con una debolezza multifattoriale e, per questo, va tutelata.