Il centro di accoglienza Don Giovanni Pirone la Compagnia (possibile) ai senzatetto nei giorni del Coronavirus
Salerno– Sono ormai diversi anni che il centro di accoglienza “Don Giovanni Pirone” opera a Salerno in un’ala del Convento dei Frati Minori che ne hanno concesso l’uso all’associazione. Le risorse, spesso assai limitate, non impediscono di condividere le esigenze della quotidianità di tante persone. La Caritas, sempre attenta ai bisogni degli ultimi, sostiene l’associazione in forza dell’avvenimento cristiano che ha introdotto uno sguardo nuovo alla realtà nella vita di ciascuno.
Anche il Comune di Salerno, come e quando può, grazie ai rapporti istituzionali (che, nel tempo, sono diventati soprattutto rapporti interpersonali), costituisce un
utile e significativo punto di sostegno, così che, pur tra mille difficoltà, si è sempre certi che esse non siano mai l’ultima parola, ma che condividendo un bisogno si possa arrivare a condividere la vita stessa.
Un grazie particolare va rivolto al Presidente Gaetano Schettino, alla Segretaria Elvira Veneto e, soprattutto, a Padre Antonio Tomay, frate Cappuccino, volto e nome noto ai salernitani per il suo impegno per Casa Betania, associazione che da oltre quarant’anni assiste donne in difficoltà. Padre Antonio è sempre presente, cerca di soddisfare tutte le esigenze degli ospiti, non rimanda nessuno a dormire per strada, ha una parola buona ed un piatto caldo per tutti. Bussano alla porta del dormitorio tante persone, sia italiane sia straniere.
Sono persone impaurite, stanche, soprattutto sole, che hanno perso il lavoro o qualunque
rapporto affettivo che potesse sostenerle ed accompagnarle nelle circostanze della vita.
Al problema di vivere per strada si aggiunge ora la paura di ammalarsi, di non poter accedere alle cure e forse anche di morire da soli.
Sono momenti difficili, dove ognuno è chiamato a fare i conti con un tempo sospeso nel quale prepotentemente emerge l’urgenza del vivere, di un senso compiuto del vivere, di non “perdere la vita vivendo”, come diceva il grande poeta T. S. Eliot. Nella “normalità” delle nostre famiglie, delle nostre “case” si usa il tempo in mille modi: restiamo in contatto attraverso i social, riprendiamo la lettura di libri per troppo tempo abbandonati sui comodini o in libreria, intessiamo più essenziali rapporti personali.
Ma chi ha cura di questi poveri tra noi resi poveri anche se in maniera diversa, privati di tutto ciò che “riempiva” le nostre giornate e ritenevamo essenziale e soddisfacente per vivere? Il Centro di Accoglienza “Don Giovanni Pirone” è diventato allora, in questa emergenza sanitaria, un luogo ancor più fondamentale di accoglienza e di vita. I nostri amici ospiti non escono più al mattino (il Centro, infatti, è sempre stato normalmente operativo dalle 20 alle 8); ora la casa è sempre aperta per consentire il
rispetto delle limitazioni agli spostamenti, favorendo, al contempo, la certezza di avere un luogo fisico dove essere accolti e protetti, un luogo “normale” dove ricevere un piatto caldo, lavarsi ed indossare abiti puliti.
E’ una guerra silenziosa quella che si sta consumando, contro un nemico invisibile e implacabile che non conosce il sentimento della pietà. I senza fissa dimora sono la parte più fragile di un sistema debole. Di loro non si parla perché parlarne significherebbe rilevarne l’esistenza e i bisogni.
Meglio tacere. Gli “invisibili” devono rimanere tali in modo da non creare problemi. Ma è possibile chiudere gli occhi e non vedere, soprattutto in questi giorni nei quali le circostanze costringono ciascuno ad uno sguardo all’essenziale del vivere, a ciò che realmente è capace di sostenere la vita?
Ed allora dobbiamo inchinarci, non solo di fronte al lavoro ed all’abnegazione di medici, infermieri, commessi di supermercati, trasportatori, Polizia, Carabinieri e persone che lavorano per il bene comune, ma anche di fronte a tanti volontari, a tante associazioni che nel silenzio e con grande spirito di sacrificio,
arrivano con la solidarietà e l’amore per gli ultimi, dove i DPCM e le ordinanze non riescono ad arrivare. Chi vuole aiutare ed affiancare l’opera del Centro di Accoglienza “Don Giovanni Pirone”, può farlo destinando anche un aiuto modesto all’Associazione con un versamento sul cc IT54M0538715206000001388436.