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Cavese, Campilongo su Vanacore: “Era speciale, salvezza da dedicargli”

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Cavese, Campilongo su Vanacore: “Era speciale, salvezza da dedicargli”

Un fascio di fiori sul posto dove sedeva in panchina Antonio Vanacore al “Lamberti”: l’omaggio della Cavese. Campilongo: “Persona speciale, ora dobbiamo onorare la sua figura”

Oggi pomeriggio, prima della ripresa degli allenamenti allo stadio ‘Simonetta Lamberti’, i dirigenti, la squadra e lo staff tecnico della Cavese hanno deposto un fascio di fiori sul posto in panchina solitamente occupato da Antonio Vanacore.

Mister Salvatore Campilongo ha rilasciato alcune dichiarazioni per ricordare il suo braccio destro in panchina. Queste le sue parole: Devo essere sincero, ancora non ho realizzato questo gravissimo evento che è accaduto.

A me personalmente ha colpito perché Antonio lo conoscevo da ragazzo – racconta Campilongo – ho avuto il piacere di giocare insieme e vincere un campionato a Pozzuoli, quando avevo 39 anni e lui muoveva i primi passi in carriera. L’ho visto crescere come calciatore e poi quando ho deciso di portarlo con me nel mio staff, ho avuto modo di conoscere il suo lato umano“.

È stata una persona speciale perché è sempre stato ottimista, su tutto. Quando ho fatto la scelta di ritornare qua a Cava, lui mi ha detto ‘Mister, ce la facciamo, ci salviamo‘. Perché lui era così, tutte le cose che faceva aveva un pensiero positivo su tutti i punti di vista. Aveva un grande rapporto con la squadra e la prova sono state le lacrime e la commozione dei ragazzi quando in ritiro a San Gregorio Magno è arrivata la notizia della sua scomparsa. Antonio per me e per noi è stato un qualcosa di importante”.

Poi – con occhi lucidi e voce rotta dall’emozione – ha concluso: “Ieri mattina (mercoledì) ho detto ai ragazzi che questa è una salvezza da dedicare a lui, ad Antonio. Se prima eravamo arrabbiati, ora dobbiamo essere di più perché solo così possiamo onorare la sua figura, arrivando a quest’obiettivo perché ce lo meritiamo per quanto abbiamo passato. Dobbiamo essere consapevoli e più forti di tutto. Perché lui era convinto che si saremmo salvati e che ci salveremo“.