Cava – Malviventi fermati dalla Polizia dopo folle corsa per un controllo, reagiscono in maniera violenta con calci e pugni. Arrestati
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Cava de’ Tirreni, inseguimento e poi scontri violenti, come nei film americani. È accaduto ieri sera, verso le 20,30 quando il personale della Squadra Volante della Polizia di Stato di Cava de’ Tirreni, diretto dal Vice Questore Aggiunto, Marzia Morricone, nel quadro degli intensificati servizi volti a contrastare il fenomeno dei furti in appartamento, nella zona di San Cesareo, intimava l’alt ad una BMW, che non si è fermata ed ha proseguito ad alta velocità.
Inizia così, il folle inseguimento, lungo 5 km, fermato dalle pattuglie del settore anticrimine, già in servizio, allertate dai colleghi, che sono intervenute prontamente, bloccando l’auto dei malviventi, sul lato destro della carreggiata di via Gaudio Maiori.
Durante i controlli, uno degli occupanti della vettura, si è dato alla fuga, ma è stato raggiunto da uno degli operatori di Polizia. Il balordo inizia così a colpire con calci e pugni il poliziotto, che nonostante la violenza subita, riesce a fermare il malvivente, grazie anche all’ausilio dei colleghi. Intanto i controlli agli altri 4 individui è proseguito: un altro balordo ha tentato la fuga, spintonando e colpendo gli operatori con calci e pugni ed il suo “collega”, lo ha aiutato, colpendo a sua volta i poliziotti con brutale violenza. Per fortuna i militari sono riusciti a immobilizzare tutti e cinque, portandoli presso la sede del Commissariato di Polizia di Cava de’ Tirreni. Dai controlli, tutti sono risultati senza fissa dimora, 3 serbi e 2 italiani. Si tratta di: D.D, nato il 15.06.1988, Serbia, J.N, nato il 17.08.1976, Serbia, B.Z, nato il 15.06.1982, Serbia, Z.M, nato il 9.07.1996, Catania e J.M, nato il 05.12.1988, Napoli.
La vettura aveva la targa rubata a Napoli, mentre, le targhe originali del veicolo, sono state trovate all’interno del portabagagli della stessa, dove sono stati rinvenuti anche numerosi attrezzi per lo scasso. Tre sono stati accompagnati presso il carcere di Fuorni, gli altri due sono stati denunciati in stato di libertà. Una dura realtà questa, che non ha avuto l’happy ending da pura adrenalina dei film.
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