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Cava de’ Tirreni, sequestrati oltre 11mila articoli con marchio contraffatto

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Cava de’ Tirreni, sequestrati oltre 11mila articoli con marchio contraffatto

Maxi sequestro della Guardia di Finanza presso un rivenditore di giocattoli di Cava de’ Tirreni. Oltre 11mila gli articoli recanti marchio contraffatto

Nel corso dei consueti servizi di controllo, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno sequestrato, in un negozio di Cava de’ Tirreni (SA), circa 12.000 prodotti, recanti il marchio “CE” contraffatto e privi dei requisiti minimi di sicurezza.

L’intervento ha avuto luogo presso un noto rivenditore di giocattoli e articoli per la casa della città, nei pressi dell’uscita dell’autostrada; dopo aver appurato che i lavoratori impiegati – tutti di nazionalità cinese – erano assunti regolarmente, i militari hanno esaminato la merce esposta per la vendita. Sono stati così rinvenuti una serie di articoli apparsi subito di dubbia conformità. Più di 11 mila solo quelli risultati non a norma con la disciplina in materia di sicurezza prodotti: mascherine chirurgiche, carica batterie, sigarette elettroniche, auricolari, smart watch e lettori mp3, senza la marcatura CE o comunque privi di qualsiasi informazione in lingua italiana (destinati pure ai bambini).

Nel passare a setaccio i vari locali dell’esercizio, le Fiamme Gialle hanno inoltre rinvenuto altri 300 tra occhiali da vista, monitor e tastiere per computer, amplificatori, alimentatori ed altri dispositivi elettronici, riportanti il marchio comunitario palesemente falso. Tutta la merce irregolare è stata subito sottoposta a sequestro, per impedirne la commercializzazione.

Per la titolare, una cinquantaseienne originaria di Roma, è scattata la denuncia a questa Procura della Repubblica. Dovrà ora rispondere del reato di “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi”, fattispecie per la quale rischia una condanna fino a 4 anni di reclusione e la multa fino a 35.000 euro. La vicenda è stata segnalata anche alla Camera di Commercio di Salerno, che potrà applicare un’ulteriore sanzione amministrativa, fino ad un massimo di 25 mila euro.