“Il cuore in gola” questa mattina presso il Comune di Cava de’ Tirreni incontro – dibattito sulla violenza di genere.
Il convegno “Il cuore in gola”, si è tenuto questa mattina al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, presso la Sala delle Cerimonie, organizzato dall’associazione Frida – contro la violenza di ogni genere, dove sono intervenuti Giornalisti, Psicologi e Forze dell’Ordine.
Tema principale del dibattito: la violenza di ogni genere. L’evento si è aperto con la consegna di un quadro da parte dell’artista Anna Pianura de Campos all’associazione Frida – contro la violenza di ogni genere, che raffigurava una donna nell’ombra. Troppo spesso infatti, le donne subiscono in silenzio, nella vergogna, nell’ombra, non trovando la forza ed il coraggio di reagire, di chiedere aiuto. Ed è grazie all’intervento di associazioni come Frida, e all’intervento delle Forze dell’Ordine, che le donne possono trovare un valido aiuto, un rifugio sicuro.
Il Tenente Tatarella, intervenuto al tavolo di lavoro, ha esposto le sue considerazioni sul territorio di Cava de’ Tirreni, che ad oggi non presenta una grave criticità di violenze, anche se è una realtà esistente. Una realtà legata maggiormente alle donne straniere che qui in Italia non hanno familiari a cui chiedere aiuto, e molto spesso, per non perdere il “tetto sicuro”, preferiscono non denunciare il proprio “carnefice”.
Francesco Napoli, psicoterapeuta e vice presidente dell’associazione Frida, è soddisfatto dei passi avanti fatti grazie agli interventi normativi avvenuti negli ultimi anni, in materia di femminicidio e stalking, ma non bastano! L’amministrazione comunale, ad esempio, dovrebbe facilitare le attività di associazioni come Frida, assegnando loro uno spazio fisico locale, dove poter aiutare le vittime in difficoltà. “Aiutateci ad aiutare” ha detto la presidente Alfonsina De Filippis, che da anni lotta in prima linea al fianco delle donne e di tutti coloro che subiscono ogni tipo di violenza. Molto spesso ci si focalizza sul compagno che abusa, sul marito violento, ma sono altrettanto responsabili di violenza anche il vicino di casa, che sente le urla e non denuncia o i familiari della vittima, che tendono a nascondere situazioni a detta loro “imbarazzanti”.
Il problema culturale è radicato ma non è impossibile da sconfiggere. Ecco che i media hanno uno strumento potentissimo, la comunicazione, ed utilizzando termini giusti possono cambiare il metodo di approccio della gente a problematiche di questo tipo. Vittoriana Abate, giornalista Rai, anche lei presente al tavolo di lavoro, ha portato al convegno “Il cuore in gola” la sua testimonianza da cronista, dove troppe volte parlando con le vittime ha percepito un loro senso di colpa. La vittima crede di essere colpevole, di aver provocato, di meritare le violenze subite.
Il rapporto tra i media e il femminicidio è un rapporto delicato per l’uso del linguaggio che spesso entra in conflitto con la natura del reato. Un esempio recente di cronaca nera, con protagonista l’avvocatessa Lucia Annibali, sfregiata da alcuni sicari mandati dall’ex compagno, è un esempio di coraggio per le donne e di come i media, in questo caso, sono intervenuti in maniera corretta. Lucia ha deciso di mostrare il proprio volto sfigurato a tutti, diventando emblema di coraggio per tutte quelle donne che subiscono in silenzio, che vivono con “Il cuore in gola”.
L’associazione Frida, durante l’incontro, ha presentato delle marmellate fatte dalla Cooperativa Capovolte, una fattoria sociale per disabili mentali che valorizza le persone, il territorio, le risorse locali, per costruire un futuro sostenibile.
Intervenuto al tavolo anche il sindaco Marco Galdi. A moderare l’evento, il giornalista Antonio Di Giovanni.