Un Ferragosto rovente a Cava de’ Tirreni, termometro a parte: durante la ricorrenza religiosa e civile dell’Assunta, Alfredo Maria Gravagnuolo, figlio dell’ex sindaco della “piccola Svizzera”, è salito sull’altare sacro ed ha gridato ai microfoni il suo dissenso nei confronti delle manifestazioni organizzate da Don Luigi, troppo chiassose secondo lui e lontane da quelle che dovrebbero essere le funzioni religiose. Se poi l’incriminato” è un “francescano” c’è tutto il materiale sufficiente per sferrare un attacco.
Doveva succedere prima o poi, uno scontro tra cittadini e chiesa a Cava de’ Tirreni, dove già da tempo le coscienze erano divise. Da una parte gli “adepti” di Fra’ Giggino, dall’altra i detrattori; casus belli questa volta è la “politica ecclesiale” del frate, a giudizio di questi ultimi poco confacente ai dettami del suo “capo”, quel San Francesco che nulla aveva in comune con la logica delle cose terrene.
Il sacerdote è da sempre protagonista di innumerevoli manifestazioni religiose che, nel bene o nel male, hanno portato nella cittadina metelliana centinaia di persone da comuni vicini e non, con buona pace anche e soprattutto delle tasche dei veri imprenditori cavesi! L’affondo del giovane,tuttavia, pare portare i segni di un attacco tutt’altro che personale a giudicare dai commenti che sono seguìti sui vari social network. Da che parte sia la ragione non è dato sapersi; a Cava esistono delle tradizioni che trascendono le singole iniziative di questo o quel religioso, ergo, limitare le responsabilità per un po’ di rumoroso folklore, in capo al solo frate, significa affrontare solo un lato del problema che non puo’ non riguardare “anche” chi, al posto del frate, dovrebbe pre-occuparsi di “pubblicizzare” le iniziative cavesi.