Caso Fonderie Pisano, Sindaco Napoli firma diffida ad ottemperare alla regolarizzazione dello scarico di acque reflue e alla corretta gestione dei rifiuti
[ads1] Sulle Fonderie Pisano si muove anche il Comune di Salerno. Dopo la relazione dell’Arpac di Salerno, l’avvio del procedimento di sospensione (e di riesame) dell’Aia da parte della Regione Campania e le indagini in corso della Procura di Salerno, il sindaco Vincenzo Napoli ha emesso la sua prima ordinanza. Non si tratta di un atto di chiusura, bensì di una diffida ad ottemperare alla regolarizzazione dello scarico di acque reflue e alla corretta gestione dei rifiuti.
Qualcosa inizia a muoversi, dunque, nel mentre dalla Fonderia arrivano le controdeduzioni alle richieste della Regione Campania e nel mentre cresce l’attenzione, anche del mondo politico, intorno alla manifestazione promossa dal Comitato “Salute e Vita”, in programma per sabato mattina. Criticità nello scarico di acque reflue industriali nel Fiume Irno ed in zona protetta (quella del Parco Urbano dell’Irno) le criticità sollevate dal Comune di Salerno che avrebbero portato alla firma dell’ordinanza sindacale. «Tale anomalia – si legge – riveste particolare importanza sia per la tutela dell’ambiente che per la qualità delle acque del fiume Irno che si riversano nel mare e nelle immediate vicinanze di aree balneabili».
«Pertanto – si legge ancora – occorre tutelare un possibile nocumento anche alla salute pubblica oltre che all’ambiente». Trenta giorni di tempo per eliminare ogni criticità, «in caso contrario – avverte il primo cittadino – si procederà in danno con denuncia all’autorità giudiziaria».
Ma ancora quanto allo scarico delle acque nell’area protetta “Sic – Zps” del Parco urbano dell’Irno, il Comune ordina la realizzazione (sempre entro il termine di 30 giorni) di «un progetto di sistema di raccolta di acque di lavorazione industriale prodotte all’interno dei capannoni nonché la produzione di elaborati grafici ed analitici da cui si evince – si legge ancora – l’adeguamento alle moderne tecnologie disponibili relativamente all’impianto per la raccolta ed il trattamento delle acque pluviali, accertando e documentando la totale separazione di tale sistema da quello per le acque industriali nonché da possibili altre intromissioni, in particolare di acque fecali». Ed, infine, si ordina «di provvedere con l’urgenza del caso, ad un espurgo delle vasche a servizio dell’attuale sistema abbattitore, tramite apposita ditta autorizzata».
A cura di Andrea Pellegrino – Cronache del Mezzogiorno