Carlo Molino, direttore Unità operativa complessa chirurgia generale I e pancreas, è il primo donatore di sangue iperimmune al “Cardarelli”
Al “Cardarelli” di Napoli Carlo Molino, direttore dell’Unità operativa complessa di chirurgia generale I e chirurgia del pancreas, è il primo donatore di sangue iperimmune per la “Banca del plasma” che verrà realizzata presso l’ospedale “Cardarelli” di Napoli.
Carlo Molino è stato recentemente contagiato dal virus in forma fortemente sintomatica, ma appena ritornato negativo ha voluto dare subito il suo contributo per una delle terapie, la cui efficacia resta tuttavia abbastanza discussa, ma utilizzate nella lotta contro il coronavirus.
Il servizio trasfusionale che afferisce all’Unità Operativa Complessa di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale sosterrà l’ospedale “Cardarelli” da questo momento in poi, per la raccolta di dati destinati alla ricerca sull’efficacia della terapia con plasma iperimmune. Nei prossimi giorni infatti verrà avviato un servizio di screening per individuare i pazienti sul territorio che hanno contratto il virus e che potrebbero risultare donatori “ideali” in base alla quantità di anticorpi neutralizzanti contenuti all’interno del plasma.
Il Direttore dell’Unità di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’ AORN Cardarelli, il dottore Michele Vacca, sottolinea le perplessità sorte nell’ ambito della ricerca e diffuse attraverso pubblicazioni autorevoli in ambito scientifico, rispetto all’efficacia della terapia al plasma. L’importanza delle banche del plasma resta tuttavia legata alla quantità di dati scientifici rilevabili per un confronto, su livello nazionale ed europeo, con quelli raccolti in altri centri.
Il Direttore Carlo Molino, dopo la prima donazione di plasma in Campania, lancia un ulteriore messaggio ai quei pazienti affetti da patologie che stanno rimandando i controlli e le terapie in ospedale di cui hanno bisogno per paura di contrarre il coronavirus. Molino ricorda che al “Cardarelli” di Napoli tutte le misure di sicurezza contro il contagio vengono rigorosamente rispettate per proteggere tutti, pazienti e medici, da eventuali rischi.